Sulle ali della storia: una cerimonia per ricordare lo schianto del Caproni CA3, avvenuto 105 anni fa

Il ricordo dello schianto del Caproni CA3

A Rua di Feletto nella mattinata di ieri, domenica 1° ottobre, è stato riaperto un capitolo di storia: l’amministrazione comunale ha infatti organizzato una cerimonia in ricordo del Caproni CA3 che 105 anni fa, ovvero il 27 ottobre 1918, si schiantò poco lontano dalcampanile della stessa Rua di Feletto.

La cerimonia è stata preceduta dal volo dell’aereo storico Caproni, un velivolo trimotore biplano, con apertura alare di 22 metri, costruito nel 2008 da Giancarlo Zanardo (secondo anche le indicazioni fornite dalla famiglia Caproni), della Jonathan Collection di Nervesa della Battaglia (attualmente unico velivolo ancora esistente). Un momento rivelatosi davvero suggestivo.

Il Caproni fu il primo bombardiere strategico della storia dell’Aviazione: durante la Prima guerra mondiale fu al servizio di molte squadriglie italiane e utilizzato anche da Gabriele D’Annunzio, in occasione di diverse sue missioni, in equipaggio con i piloti Maurizio Pagliano e Luigi Gori.

In tutto ne vennero costruiti 750 esemplari, di cui 421 in Italia, 89 in Francia e 240 negli Stati Uniti.

Dopo il volo storico il sindaco di San Pietro di Feletto Maria Assunta Rizzo, accompagnata dall’assessore alla Cultura Claudia Meneghin, dal gruppo Alpini, dall’associazione Arma Aeronautica di Conegliano, si è diretta versa la lapide commemorativa, ai piedi della quale ha deposto un mazzo di fiori, in ricordo dell’equipaggio che lì perse la vita.

Tutto di fronte agli occhi di qualche turista e curioso lì di passaggio, che si è fermato a guardare la lapide e a leggere la storia del velivolo, su una delle tabelle informative posizionate in loco.

“Tutto avvenne nell’ultimo anno di guerra, che non fu più facile degli altri – ha affermato il primo cittadino – Il bombardiere cadde poco distante dal campanile di Rua di Feletto, mentre era di supporto all’offensiva di Vittorio Veneto. Lì morì l’equipaggio: non possiamo dimenticare il loro coraggio e il contributo dato a scrivere una pagina gloriosa di storia italiana”.

A perdere la vita furono il tenente Mario Tarli di Ascoli Piceno, il sergente Giannetto Vassura di Cotignola (Ravenna), il mitragliere Dandolo Zamboni di Desenzano, il mitragliere Domenico Fantucci di Vallo di Nera (Perugia). Tutti e quattro di età compresa tra i 23 e i 26 anni.

Il Caproni decollò dall’aviosuperficie di Ca’ degli Oppi (Venezia), con a bordo questi quattro membri dell’equipaggio. A causa del maltempo, il velivolo perse il contatto con la propria formazione e venne attaccato nel cielo di Conegliano da un caccia, pilotato dagli austriaci.

Il velivolo riuscì comunque a raggiungere Vittorio Veneto, che era l’obiettivo dell’azione. Al ritorno però, probabilmente per via dell’attacco precedentemente subìto, iniziò a perdere quota, esponendosi così agli attacchi: venne centrato da una cannonata esplosa da una batteria contraerea.

Il colpo asportò un’ala intera del mezzo, provocandone lo schianto, poco distante dal campanile di Rua di Feletto: l’intero equipaggio lì perse la vita.

Quel Caproni CA3 fu l’ultimo trimotore perso in combattimento durante il Primo conflitto mondiale. L’equipaggio deceduto venne insignito della medaglia d’argento al valore militare.

Per ricordare questa triste pagina di storia, prima venne posizionata una piccola croce metallica, sul muro antistante il luogo dello schianto, mentre nel 1955 venne posizionata la lapide, tuttora presente, direttamente sulla muratura del campanile.

E proprio su quella lapide, ancora oggi si può leggere una frase, che fa ben intendere quale fu il sacrificio di questi giovani e perché è necessario non dimenticarli mai: “Morimmo sulle vette per gli orizzonti dei mari”.

(Foto e video: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata). 
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