Susegana non dimentica: posizionate cinque pietre d’inciampo in memoria dei cittadini uccisi nei campi di concentramento 

Gunter Demnig posiziona una delle cinque pietre d’inciampo di Susegana

Cinque pietre d’inciampo a memoria indelebile di altrettanti suseganesi deportati e uccisi nei campi di concentramento. Da questa mattina le storie di Guerrino LovatelloAngelo ModaneseSante ZanardoVittorio Zanco e Massimo Zuccon saranno indelebili grazie a dei sanpietrini posizionati a pochi passi dal municipio di Susegana. 

Non sarà un inciampo fisico – commenta il sindaco di Susegana, Gianni Montesel –, ma mentale e visivo a ricordo di una tragedia comune che ha colpito anche Susegana. Questi sono segni tangibili di un ricordo che deve essere indelebile nella storia di tutti noi”. 

Il sindaco Gianni Montesel e Gunter Demnig

È stato lo stesso artista Gunter Demnig a posare gli inciampi. “La mia idea iniziale era quella di tracciare un percorso della deportazione – spiega –. Ho iniziato a deporre le pietre fuori dalle case dei deportati, scrivendo il nome non si dimentica nessuno”. 

È dal 1992 che Demning gira l’Europa posando le pietre d’inciampo: oltre agli ebrei e ai sinti uccisi nei campi di concentramento, il suo obbiettivo è quello di ricordare anche gli oltre dieci mila zingari rom che hanno subito lo stesso destino: “La loro deportazione è stata una “prova generale” per quello che accadde dopo” ha concluso. 

Un momento della posa delle pietre d’inciampo di Susegana

Secondo una recente ricerca del professor Pier Vittorio Pucci furono 175 i suseganesi deportati nei campi di concentramento, di cui 16 vennero uccisi. Ed è proprio per questo motivo che sono stati moltissimi i cittadini e i rappresentanti delle varie associazioni d’arma che hanno voluto partecipare alla cerimonia di questa mattina. Presenti anche una rappresentanza degli studenti delle scuole primarie e media, a dimostrazione dell’attenzione dell’amministrazione comunale – oltre al ricordo – anche a trasmettere quanto accaduto alle nuove generazioni in modo che certe tragedie non accadano più. 

“Non abbiamo imparato nulla dalla storia – commenta il presidente di Anpi TrevisoGiuliano Varnier –, sono stati oltre 60 milioni i morti nella Seconda guerra mondiale e sei milioni di ebrei sono stati sterminati, oltre a molti oppositori politici e omossessuali. E oggi, dopo diversi anni, stiamo ancora parlando di guerre dettate dall’avidità umana“. 

(Foto: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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