Il giorno in cui si celebrano i lavoratori e la loro sicurezza è ancora segnato dal drammatico incidente mortale avvenuto ieri a Fiume Veneto, in provincia di Pordenone. A perdere la vita il pensionato sessantottenne Ivo Bellotto, residente a Fontanelle. L’uomo sarebbe stato centrato alla testa da una parte della gru che lui stesso stava movimentando.
Nel 2023 sono stati undici i morti sul lavoro nella Marca. Dopo ieri sono già tre le croci di quest’anno: “Quando parliamo di lavoro non possiamo continuare a vedere un bollettino di guerra come quello al quale stiamo assistendo” ha commentato il governatore della Regione Veneto Luca Zaia dal palco di Badoere parlando del Primo Maggio.
Chi è morto perché non sono state rispettare le regole sulla sicurezza, chi per una tragica fatalità o ancora chi per troppa padronanza del mezzo che stava utilizzando o del lavoro che stava svolgendo. Ma quando una persona perde la vita alla fine di tutto le cause contano poco, quello che importa è che un uomo o una donna, a fine turno, non farà più ritorno a casa, magari dalla propria famiglia.
Gli incidenti sul lavoro sono una piaga dei nostri anni che va combattuta “e va fatto con le regole – aggiunge il governatore – non faccio parte della categoria che pensa che gli imprenditori siano dei lazzaroni, perché sono i primi ad essere attenti e a voler fare in modo che non ci siano infortuni sul lavoro”.
Un ruolo fondamentale lo hanno anche i cittadini, perché a volte queste morti avvengono anche nelle proprietà private: “Stiamo parlando di lavoretti fatti in casa da qualcuno in poca sicurezza, con la scala usata male o con acrobazie avventurose sul tetto – continua Zaia -: magari anche a volte l’occhio del vicino aiuta, non dico che dobbiamo diventare un popolo di spie, ma comunque dobbiamo renderci tutti partecipi di questa sfida”.
“Il lavoro è sacro – conclude Zaia – ma lo è altrettanto anche portare a casa la vita quando si va a lavorare”.
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