Sciopero carburanti nella Marca: tabelloni spenti a macchia di leopardo. “Già abbiamo margini da fame, se poi ci date anche dei ladri…”

Lo sciopero dei distributori di carburante era stato annunciato come un’azione collettiva capace di riunire, questa volta in modo più deciso, tutti i gestori nell’azione di protesta contro il cartello del prezzo medio e contro “la campagna di diffamazione” verso il settore durante l’innalzamento dei prezzi. Una frustrazione collettiva che avrebbe dovuto essere rappresentata con uno sciopero generale: già questa mattina, però, la situazione reale sul territorio si è mostrata ridimensionata e a livello nazionale si parla già di limitare lo sciopero alla giornata di oggi. Secondo l’osservatorio di Prezzi Benzina, l’adesione è scarsa.

Nel territorio dell’Alta Marca trevigiana, dove lo sciopero è stato confermato ieri da Gestori Carburanti Treviso, la situazione è a macchia di leopardo: se nell’Asolano i distributori sono quasi tutti aperti, nell’area del Quartier del Piave i gestori si sono allineati in modo più omogeneo. Nessun automobilista, trovandosi col serbatoio vuoto, avrà grandi difficoltà a trovare un punto aperto in un raggio di venti chilometri: certo non sarà comodo, per chi vive nelle aree più isolate con la spia della riserva accesa, spostarsi per cercarne uno.

Per una rapida indagine sui carburanti, abbiamo attraversato il Piave sul Ponte di Vidor, fermandoci ai distributori per chiedere perché sì e perché no allo sciopero. “Perché non faccio sciopero? – ci risponde il gestore di un piccolo distributore lungo la Bassanese. – Perché non ha senso farlo così, con i serbatoi pieni e il carburante già acquistato. Se decidiamo di fare uno sciopero (e lo dobbiamo decidere noi gestori, non i sindacati) lo facciamo evitando di acquistare il prodotto e lasciando che finisca. Così avrebbe sicuramente più senso”.

“No, non abbiamo aderito – rispondono da un distributore Esso, nell’area di Asolo -. Da una parte, il fatto di esporre il cartello non mi spaventa poi molto: noi teniamo un prezzo che in genere è inferiore a quello medio. Dall’altra devo dire che tutta la procedura di comunicazione dei prezzi è davvero sconveniente e se sbagli partono multe salate. Staremo a vedere”.

“Noi non abbiamo voce in capitolo e di conseguenza non possiamo fare sciopero, perché non siamo gestori ma appaltatori” spiegano a un distributore Q8 lungo la SP34. “Ho approfittato per tenere chiuso perché avevo un problema di giacenza, altrimenti oggi avrei tenuto aperto. Domani certamente riaprirò” risponde invece il gestore di un distributore sulla Schiavonesca – Marosticana.

Lungo la SP34 e nelle strade parallele della Sinistra Piave i distributori scioperano invece in numero maggiore. Nonostante i tabelloni spenti lungo la strada, c’è comunque chi approfitta per riordinare gli ambienti o fare un po’ di manutenzione e, all’arrivo di un cliente, fa spallucce e indica il cartello che dice “chiuso per sciopero”.

Un gestore, nell’area di Sernaglia della Battaglia, ci spiega il suo personale punto di vista: “L’attività è aperta da 52 anni, quasi quanto me. Ho iniziato con passione questo lavoro. Mi piaceva fare due chiacchiere con i clienti e stare all’aperto. Oggi sembra facciano di tutto per evitare che qualcuno faccia questo mestiere, ma voglio vedere tra qualche anno, finita la nostra generazione, chi vorrà più fare il benzinaio. Già abbiamo un margine di appena tre centesimi al litro lordi, senza contare le ore di burocrazia, fatture eccetera eccetera, che nessuno ci paga. Almeno, dico io, almeno non farmi passare da ladro”.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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