Si è tenuta ieri, martedì 23 febbraio, in videoconferenza una riunione – presieduta dal Prefetto Maria Rosaria Laganà – a cui hanno preso parte i rappresentanti dei cinque comuni della Conferenza dei sindaci Ater (Treviso, Conegliano, Castelfranco Veneto, Mogliano Veneto, Vittorio Veneto), della Provincia, dell’Ater, dei sindacati degli inquilini e dei sindacati dei proprietari e di alcuni enti caritatevoli locali, nel corso della quale si è fatto un punto di situazione sul tema dell’“emergenza abitativa” in questa provincia.
L’incontro, che segue a quello tenutosi, in composizione più ristretta, il 23 luglio dello scorso anno, è stato utile per comprendere, a distanza di un anno dall’inizio della pandemia da Covid 19, le ricadute sociali dell’emergenza sul fronte abitativo.
I rappresentanti dei Comuni, di Treviso in particolare, hanno tenuto ad evidenziare che già ora le amministrazioni locali faticano a soddisfare con gli alloggi Erp il bisogno abitativo di tutte le famiglie che ne fanno richiesta.
Né può farlo la locale Azienda Territoriale (Ater) i cui bilanci sono messi a dura prova sia a causa del numero, decisamente in aumento, dei casi di morosità, sia dalla vetustà del patrimonio immobiliare, costituito in gran parte da abitazioni che, anche se liberate dagli inquilini, necessitano di onerosi interventi di recupero, solo in parte dei quali trova copertura dall’incasso dei canoni di locazione.
Al riguardo, qualche sostegno potrebbe arrivare dal “Bonus ristrutturazioni 2021” di cui anche l’Azienda può beneficiare.
Il timore è che con lo “sblocco” degli sfratti, previsto dopo il 30 giugno p.v., le conseguenze economiche della pandemia diventino più visibili e lo scenario, già emergenziale, sul fronte abitativo possa ulteriormente aggravarsi specie nel Capoluogo e nei centri cittadini a più alta densità abitativa.
In occasione dell’incontro si è tenuto a precisare che il fenomeno necessita, comunque, di risposte ed interventi diversificati e mirati in quanto composito, originato da circostanze che esigono i necessari distinguo: infatti, accanto agli inquilini che si possono definire “cattivi pagatori” – quelli cioè che hanno l’abitudine di non onorare i propri debiti a prescindere dalla disponibilità e che, pertanto, vanno perseguiti ai sensi della legge – ve ne sono numerosi che, in periodo di Covid, hanno assistito impotenti al “crollo” del proprio reddito e, per questo, non riescono a far fronte ai propri impegni. E’ evidente che per questi ultimi è doveroso il sostegno e l’intervento pubblico.
Nel corso della riunione è emerso che anche molti piccoli proprietari – persone che dopo una vita di sacrifici sono riusciti ad acquistare, oltre alla casa principale, un’immobile mettendolo a frutto – stanno vivendo in grave sofferenza in quanto, a causa della morosità colpevole o non colpevole degli inquilini, non stanno più incassando il canone da locazione che costituiva una fonte di reddito integrativo ( in alcuni casi anche l’unica) a quello da pensione. Anche per molti di loro si stanno prospettando situazioni di grave disagio economico.
Gli intervenuti continueranno a monitorare il fenomeno, a raccogliere dati ed informazioni sul suo andamento che saranno oggetto di un ulteriore approfondimento in una sessione del tavolo che si terrà nel prossimo mese di aprile e che vedrà il coinvolgimento di ulteriori attori istituzionali, nell’ambito del quale si cercherà di approntare linee di intervento e strategie condivise, utili a dare concrete risposte al bisogno abitativo delle famiglie in difficoltà e di quelle, in particolare, a rischio fragilità.
(Fonte: Redazione Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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