“Ho le radiz par aria ma el cor piantà”. Il poeta Marco Todoverto presenta il suo primo libro 

C’è chi si vergogna di parlare in dialetto veneto e chi, invece, lo predilige per le proprie poesie. È il caso del 30enne valdobbiadenese Marco Todoverto, che nella vita lavora in un’azienda nel settore dell’occhialeria. 

In paese in molti lo conoscono come musicista, cantante e membro della band UnderLegs Tea Party, ma in pochi sono a conoscenza della sua grande passione per i versi. 

Todoverto si è laureato in Lettere e Filologia moderna all’Università degli Studi di Padova e nel tempo libero si diletta a scrivere testi, alcuni dei quali sono apparsi in blog e riviste (lay0ut magazine, Le parole e le cose, Alma Poesia, L’Ulisse) e nell’antologia Distanze obliterate (Puntoacapo, 2021). 

Nel 2022 ha pubblicato per “Arcipelago itaca edizioni” la raccolta dialettale “Cor piantà“, finalista della sezione dialettale del Premio Tirinnanzi 2022 e unica opera in dialetto tra le semifinaliste del Premio Fortini 2023. 

“Credo che la scrittura si colleghi anche alla musica – racconta il poeta valdobbiadenese -, nello specifico del mio percorso ho cominciato scrivendo testi per canzoni. Ho studiato letteratura all’Università di Padova, avvicinandomi così al mondo della poesia più strettamente contemporanea che prima non conoscevo. Abbiamo tutti la necessità di comunicare: un mezzo può essere la parola scritta, in particolare la poesia. Ho iniziato a scrivere in dialetto quando ero all’università, anche se scrivevo soprattutto in italiano e in inglese per i testi delle canzoni”. 

“Ad un certo punto – continua -, si è formato un gruppo di testi di poesie in dialetto che stavano bene insieme. Ho iniziato ad aggiungerne altre ed è nato ‘Cor piantà’. L’arco temporale va dal 2015 al 2020 e il libro è uscito nel 2022. Alcuni elementi biografici entrano all’interno dell’opera, anche se non racconto episodi della mia vita. Ci sono micro-narrazioni che prendono spunto da alcuni eventi, per esempio una poesia è nata da un incendio avvenuto in un capannone a Vidor”. 

“Il mio non è un dialetto di recupero – prosegue – e non ha l’obiettivo di salvare una lingua perduta, ma è sostanzialmente quello che parlo a casa. In molti conoscono il dialetto grazie alla famiglia e quello che ho usato è proprio il ‘mio’. Ho scelto un modo di esprimermi che fosse personale, che potesse rappresentare dall’interno un luogo in un tempo. Non uso il dialetto per tornare a delle fantomatiche radici perdute, ma per registrare in versi una lingua che, plausibilmente, è possibile ascoltare adesso nel nostro paese”. 

Il titolo “Cor piantà” è tratto dal testo finale del libro: “Nòno, popà, chi me alo desoterà? Ho le radiz par aria ma el cor piantà“. 

Ho le radici per aria – spiega Todoverto – ma il cuore è ben piantato e saldo nelle nostre terre, le terre del Piave. Le nuove generazioni stanno perdendo il contatto con il dialetto e con le tradizioni di questi luoghi. Per questo le nostre radici sono un po’ per aria, anche se per me il cuore resta qui. Le nuove tecnologie, che non condanno perché dipende sempre da come le si usa, ci danno soddisfazioni immediate ma non ci spingono a ricercare qualcosa di più profondo. L’arte, invece, è un’altra cosa e io cerco di interpretarla a modo mio”. 

Il prossimo 27 settembre, in occasione della quarta edizione del Festival “Tra Libri e Pensieri. Chiedici le parole” di Valdobbiadene, Todoverto presenterà il suo libro alle ore 20.30 in Villa dei Cedri. 

“Cor piantà” si può comprare negli store online, si può ordinare in libreria o contattando direttamente Marco Todoverto nei social. 

(Foto e video: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata) 
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