“Caro amico, ti scrivo”: “cassette rosse” postali verso il taglio. Si va verso la “smart letter box”

La “buca delle lettere” in via di dismissione in via Mazzini a Vittorio Veneto

“Caro amico, ti scrivo, così mi distraggo un po’/ E siccome sei molto lontano, più forte ti scriverò”: era il febbraio 1979 quando Lucio Dalla usava queste parole nel suo brano “L’anno che verrà”, indicando quella che era una pratica diffusa, ovvero la scrittura di lettere ad amici, vicini e lontani, a fidanzate e fidanzati, oltre a lettere per lavoro.

Un’abitudine che oggi è andata un po’ persa, perché soppiantata dal metodo più veloce delle e-mail o, addirittura, del messaggio scritto o vocale su WhatsApp.

Un metodo sicuramente più veloce, quello digitale, ma per certi versi più freddo e meno poetico della lettera che, specialmente se scritta per questioni amorose, invogliava a dare libero sfogo alle proprie emozioni.

Oggigiorno, più che scrivere una lettera, per questioni lavorative è più facile e immediato inviare una e-mail o ricorrere a una pec, altrimenti il messaggino è il sistema di comunicazione più immediato tra amici e nella coppia.

E la perdita di questa abitudine è ormai evidente anche a livello pratico, visto il progetto di dismissione delle cassette della posta su tutto il territorio nazionale.

Già dall’autunno scorso, infatti, l’Agcom (Autorità garante della comunicazione) ha disposto la rimozione di un terzo delle ormai note cassette rosse che punteggiavano i nostri territori, le piazze e i luoghi più affollati.

Ogni anno, infatti, viene registrato un calo del loro utilizzo pari al 20%. Motivo per cui, a partire dallo scorso anno, è stata disposta la loro riduzione, nel giro di due anni, dal numero di 46.500 a 29 mila su tutto il suolo nazionale: una diminuzione, pertanto, che ammonta al 38%.

Rimarranno invece garantite nei luoghi di particolare affluenza, come uffici postali, stazioni, capolinea degli autobus, aeroporti, mentre nei piccoli centri fino a mille abitanti ne verrà mantenuta una.

Il risultato di questo progetto biennale? Le cassette rimarranno entro un raggio massimo di un chilometro per l’85% della popolazione, entro un chilometro e mezzo per il 92% ed entro i 3 chilometri per il 98%. In sostanza, un cittadino su due avrà una cassetta postale entro 500 metri da casa propria.

Nel nostro territorio già si iniziano a vedere delle cassette, su cui è stato apposto un cartello giallo, dove si avvisa che “Dal giorno … sarà inibito l’utilizzo di questa cassetta d’impostazione”, citando la delibera dell’Agcom sui “Nuovi criteri di distribuzione delle cassette di impostazione nell’ambito del servizio universale” e ricordando che si può comunque usare la cassetta di posta più vicina, oppure recarsi direttamente agli uffici postali.

Dalla classica casella di posta alla “smart letter box”

Successivamente, “step by step”, verrà dato maggior spazio a un processo di digitalizzazione, con ampio ruolo alle “smart letter box”, cassette digitali di nuova generazione, più piccole e sempre di colore rosso, con display elettronico davanti, che fornirà informazioni di pubblica utilità e permetterà agli addetti di verificare a distanza quante lettere sono state imbucate.

Dati riguardanti l’ambiente e le condizioni meteorologiche, grazie a sensori che rilevano la temperatura, l’umidità, la pressione atmosferica, il livello di polveri sottili e del biossido di azoto.

Altri sensori, invece, dovranno verificare all’interno delle cassette la presenza o meno di corrispondenza: il dato verrà poi inviato al palmare del postino, che non dovrà così passare inutilmente se la cassetta è vuota.

Nel 2022 ne sono già state installate 400 in tutta Italia, in via sperimentale, di cui 300 nei piccoli Comuni. Ma l’obiettivo è quello di installarne altre 650 in tutto il suolo nazionale.

Come nel caso delle cabine telefoniche, anch’esse soggette a un processo di dismissione, le cassette della posta a lungo hanno fatto parte del nostro panorama urbano, usate per imbucare lettere ma anche cartoline dai luoghi di villeggiatura.

Motivo per cui diventava quindi fondamentale poterle trovare e, soprattutto, poter imbucare la lettera negli orari giusti, per essere sicuri che venisse inviata in tempo.

E la tradizionalità delle cassette postali è evidente anche dal loro ruolo nelle scenografie dei film. Spesso e volentieri presenti in commedie e film d’amore, abbiamo assistito più di una volta alla scena dell’innamorato di turno che rincorreva il camioncino della posta, per spedire una lettera decisiva per la propria vicenda personale.

Scene che abbiamo iniziato a vedere sempre meno, segno di quanto il passaggio al digitale stia ormai mutando le nostre abitudini quotidiane.

(Foto: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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