Coperture del Padel, non passa la mozione delle minoranze. Il Tar sospende la demolizione in attesa dell’udienza

I campi da Padel al Marco Polo Sporting Center

Tornano sotto i riflettori le due coperture per i campi da Padel al Marco Polo Sporting Center. Durante il consiglio comunale di metà novembre, con la mozione presentata dal consigliere Giulio De Antoni della lista “Marco Dus Sindaco”, venne chiesto di annullare la delibera 47 del 6 settembre scorso in “autotutela dopo i numerosi dubbi sollevati in uno scorso consiglio comunale e che hanno trovato conferma negli atti degli Uffici”. Tutto ciò dopo che il Tribunale amministrativo del Veneto, con un decreto presidenziale, ha accolto la domanda, presentata dal privato, di sospensione degli effetti dell’ordinanza comunale del 10 ottobre scorso, in attesa della camera di consiglio convocata per giovedì prossimo 30 novembre.

La mozione

A illustrare il punto è stato proprio De Antoni: “Nel corso del dibattito in consiglio comunale del 6 settembre scorso è stata presentata la relazione istruttoria del responsabile del procedimento, dalla quale appariva che, delle due coperture, una era stata da tempo installata quale opera temporanea. Questa cosa non emergeva dagli elaborati del progetto ma era stato come un fulmine a ciel sereno in quest’aula. Avevamo chiesto di rinviare la votazione per approfondire questo aspetto, ma la nostra richiesta è stata respinta.

Abbiamo chiesto un accesso gli atti da cui è risultata una comunicazione del 24 giugno 2022 con la quale l’impresa ha comunicato di voler installare temporaneamente una struttura in legno lamellare, mosse a cessare le esigenze temporanee. Le esigenze erano dovute ai Campionati provinciali di Padel che dovevano tenersi nell’estate del 2022. Terminata questa esigenza, la struttura doveva essere rimossa anche se, per la sua struttura, non era facilmente rimovibile. In data 16 dicembre, prima della scadenza dei 6 mesi, l’impresa ha inviato una richiesta di proroga della comunicazione di inizio dei lavori.

Il 20 dicembre è stato comunicato il diniego al rinnovo della proroga con conferma di obbligo di provvedere allo smantellamento della struttura entro 180 giorni dalla sua installazione (pochi giorni dopo questa comunicazione). Nella stessa nota dell’Ufficio è stato precisato che ‘il mantenimento delle opere oltre il termine previsto le priva di un valido titolo abilitativo e il mantenimento delle opere stesse oltre il termine assegnato configura un abuso edilizio’.

L’8 settembre, due giorni dopo il Consiglio comunale, l’Ufficio ha proceduto a un sopralluogo accompagnato da due agenti della Polizia locale i quali ‘accertavano che la struttura non era stata smantellata’. Passati un paio di giorni, l’Ufficio ha dato comunicazione, agli interessati, dell’avvio del procedimento alla verifica della legittimità dell’opera. Il 12 settembre è stata annunciata alla ditta la sospensione per 30 giorni dell’istruttoria relativa alla pratica e il 10 ottobre l’Ufficio ha emesso l’ordinanza con la quale si ordina all’impresa ‘la rimozione della struttura entro 30 giorni, si diffida l’impresa a non utilizzare la struttura in quanto priva del titolo abilitativo. Se la rimozione non venisse effettuate entro i termini prescritti, doveva essere demolita d’ufficio e quello che rimaneva era di proprietà dell’amministrazione’. 

Preso atto che sulla delibera scorsa definisce di ‘interesse pubblico’ una costruzione definita ‘abusiva’ secondo i nostri Uffici, chiediamo di annullare in autotutela la delibera. Il riconoscimento dell’interesse pubblico può essere riconosciuto alle strutture che devono essere costruite, non a quelle esistenti”.

Il dibattito 

“Esprimo il mio sostegno alla mozione presentata – ha detto Mirella Balliana, consigliere di Rinascita Civica -. Il consiglio, quando votò il provvedimento, era mal informato rispetto all’effettiva situazione in atto. Anche il consigliere Mario Rosset (della Lega ndr) aveva chiesto delucidazioni in merito ma non erano state esaustive. Il consiglio è stato indotto a prendere una posizione senza gli elementi fondamentali. C’è stata un’ordinanza dei nostri Uffici, quindi è opportuno ritirare la delibera per tutelarci”.

“Chiedemmo, quella sera in consiglio, se fosse tutto in regola e adeguatamente vagliato e studiato – ha preso la parola il consigliere Marco Dus del Pd -. Inoltre chiedemmo di rimandare il punto all’ordine del giorno. Lo chiediamo spesso perché, spesso, le cose non hanno una loro linearità. Questa volta le cose hanno avuto una accelerata notevole e siamo arrivati alla richiesta degli Uffici. Una doccia fredda per tutti i consiglieri. Adesso vedremo come si evolverà la situazione, credo che ne usciremo tutti male. In autotutela, ritirerei quello che era stato sostenuto in quest’aula”.

“Tutti noi abbiamo conoscenti che sono incappati in incidenti burocratici in casa propria e sono stati costretti a rimuovere quello costruito – ha proseguito Alessandro De Bastiani di Rinascita Civica -. Gli stessi cittadini, poi, vedono situazioni del genere dove un manufatto di notevoli dimensioni viene dichiarato e certificato come abusivo, e il consiglio comunale da una sua approvazione. È imbarazzante e immorale. Siamo forti con i deboli e deboli con i forti. Creiamo una sempre maggiore distanza tra politica e cittadini. A mio avviso, ritirare la delibera, quanto meno è un segno di rispetto verso tutte le altre persone che sono state trattate diversamente”.

“Abbiamo più volte chiesto delucidazioni e ci è stato detto, durante la votazione della delibera: ’Dobbiamo ancora valutare e decidere’ – ha affermato il consigliere Barbara De Nardi del Pd -. Quando gli Uffici danno queste risposte ai consiglieri, mi pare evidente che l’istruttoria non fosse completa. Di fronte a queste riposte, le minoranze hanno richiesto il rinvio del punto e la maggioranza ha votato contro il rinvio. Tutto questo crea un danno alla ditta, che aveva fatto affidamento, alla città, che rimane invischiata nell’ennesimo episodio di un pantano amministrativo, e agli sportivi che rischiano di non avere più i campi. L’amministrazione credeva veramente che non ci fosse nessun problema o credeva che nessuno dicesse niente in consiglio? A me non interessa chi vincerà al Tar, ma che è arrivata una procedura in consiglio non adeguatamente controllata e che ha causato una serie di problemi alla città”.

La risposta di Giunta e Uffici 

Sulla questione ha risposto il sindaco Antonio Miatto: “Il consiglio comunale è stato investito di una decisione che era finalizzata a riconoscere una cosa quasi banale: l’utilità di una struttura del genere. Lo è, quindi il consiglio comunale ha deciso che c’era interesse. Probabilmente le discussioni che si sono generate in quella seduta hanno generato negli Uffici la necessità di attenersi alla lettera della norma però sta di fatto che è arrivata la sospensiva, la quale analizzava ogni punto portato dalla ditta a sua difesa e sembra di riconoscere già una sentenza nel modo in cui tratta l’argomento.

Per la certezza di parlare di abuso edilizio, aspetterei perché è una struttura nata regolarmente, presentando i documenti necessari e, nell’ambito della mensilità, era stata inviata una richiesta di deroga. È un caso particolare in cui io sarei prudente e proporrei al consiglio di non ritirare il provvedimento” ha concluso Miatto.

“Il presidente del Tar – ha aggiunto la dirigente comunale ingegnere Alessandra Curti – è già entrato in merito e non parla mai di ‘abuso’: essendo stata presentata l’istanza di permesso in deroga, in vigenza alla legittimità di quella struttura, viene cristallizzata la situazione fino a che il Comune, terminata l’istruttoria, decide se è rilasciabile il permesso. Non parla mai di ‘sanatoria’ e fa un distinguo su quello che è veramente abusivo. Noi abbiamo fatto un’ordinanza, sospesa dal Tar, una comunicazione in procedibilità della pratica permesso di costruire: quando sarà chiara questa situazione, la pratica verrà chiusa normalmente. Al consiglio abbiamo chiesto se questo tipo di proposta fosse di interesse pubblico: è la discrimine per chiudere il procedimento”.

Le dichiarazioni di voto 

“Ribadisco la mia convinzione riguardante il beneficio pubblico sportivo ma vista la confusione che si è creata attorno alla delibera, vista la sospensiva del Tar e la sentenza del 30 novembre, mi astengo alla votazione. Voglio ricordare che abbiamo tolto anche il nostro capannone dal piazzale vicino alla pista di atletica, puramente di beneficio pubblico” ha annunciano il consigliere del gruppo misto Gianni Varaschin.

“Dichiaro il mio voto contrario alla mozione. Ribadiamo la convinzione del beneficio pubblico e lo rafforziamo. Tutti gli investimenti privati che stanno arrivando in città stanno andando avanti nel pieno rispetto delle norme e, al giorno d’oggi, sono di notevole rilievo. L’interesse è quello di accelerare e portare anche delle riqualificazioni in una città che ha vissuto di industria per anni e che oggi purtroppo presenta delle aree dismesse che mi auguro, nel più breve tempo possibile, possano ritornare vive” ha detto il consigliere della lista Toni Miatto Sindaco Andrea Casagrande.

“Noi votiamo contro a questa mozione. Riteniamo che la rilevanza pubblica e soprattutto l’impianto sportivo in quel contesto sia un valore aggiunto alla città” ha aggiunto il consigliere della Lega Gianantonio Da Re.

“Riconosco l’interesse pubblico per questa opera. La nostra richiesta è motivata dal fatto di fare chiarezza su questa procedura controversa. Il mio voto è favorevole alla mozione” ha detto De Antoni.

“Noi siamo favorevoli ed è curioso come i consiglieri di maggioranza che dicono di votare favorevoli perché favorevoli all’interesse pubblico, sono gli stessi che stanno sostenendo un’amministrazione che ha chiesto tramite i propri uffici di demolire quella struttura: un cortocircuito. Bisogna scindere qual è il piano politico, la narrazione che si vuole costruire attorno a un’opera e quello che è il piano amministrativo” ha sostenuto Dus.

“La situazione è complessa e non mi è molto chiara. Resto in attesa del giudizio di sospensiva che il Tar veneto pronuncerà il 30 novembre dopo aver valutato le ragioni del privato e del pubblico che formulerà il Comune con la costituzione in giudizio e con la presenza del proprio ufficio legale in aula a Venezia” ha affermato il presidente dell’assemblea Paolo Santantonio (Forza Italia).

La mozione delle minoranze non è stata approvata: i voti contrari sono stati 9, i favorevoli 5 e gli astenuti 2.

Questa sera il Consiglio comunale torna a riunirsi. In primo piano c’è l’acquisizione da parte del Comune del teatro Da Ponte di Serravalle.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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