Vittorio Veneto, la lettera di quattro comitati di pendolari a chiedere il ritorno alla normalità del servizio ferroviario

“Il servizio ferroviario torni alla normalità”. È, in sintesi, la richiesta che quattro comitati di pendolari del nordest tra i quali TreniBelluno, che ha radici anche nel vittoriese, ha inviato ai governatori Luca Zaia (Veneto) e Massimiliano Fedriga (Friuli-Venezia Giulia), agli assessori alla mobilità e alle direzioni di Trenitalia delle due regioni.

“Con la ripresa della libera circolazione delle persone su tutto il territorio nazionale e in presenza di criticità comuni del servizio ferroviario regionale sia in Friuli-Venezia Giulia sia in Veneto, date da un programma d’esercizio ridotto e dal contingentamento dei posti a bordo, nonché in presenza di una situazione sanitaria molto incoraggiante con una significativa riduzione della portata del contagio Covid-19, ci preme sottoporre alla vostra attenzione le seguenti proposte, volte a migliorare con spirito collaborativo l’attuale condizione dell’offerta del trasporto pubblico regionale” inizia la lettera di TreniBelluno (portavoce il vittoriese Alessandro De Nardi) e dei comitati pendolari Alto Friuli, San Stino di Livenza e Salzano/Robegano.

“Con il ritorno alla normalità – prosegue la lettera – riteniamo prioritario “rifidelizzare” l’utenza, tornando nel più breve tempo possibile a una situazione pre-Covid, favorendo nuovamente la mobilità in treno, garantendo in particolare la copertura del servizio su tutte le fasce d’orario, eliminando le attuali limitazioni all’offerta, le quali risultano incompatibili con qualsivoglia “ripresa”. Tanto più che anche il gestore del servizio ha bisogno del ritorno dei passeggeri/utenti per fare quadrare i bilanci, pesantemente colpiti dai tre mesi di lockdown che hanno causato un ingente calo dei ricavi da bigliettazione”.

A tal fine, secondo i pendolari vittoriesi, bellunesi e non solo “è essenziale risolvere il problema logistico relativo al contingentamento dei posti a bordo, rivedendo le regole del trasporto pubblico locale che oggi disincentivano l’utilizzo del treno e che rischiano di fare implodere il sistema non appena riapriranno scuole ed università. Per questi motivi siamo convinti che si debba tornare da subito a fare viaggiare i treni con la normale capienza e composizione, abbandonando protocolli superati e forieri unicamente di costi per il gestore e disagi per gli utenti“.

“In considerazione dei confortanti dati sanitari chiediamo pertanto che si proceda all’implementazione delle corse in maniera da garantire la copertura di tutte le fasce d’orario, ipotizzando il ritorno alla piena normalità del programma d’esercizio per l’inizio di luglio, ripristinando la capacità originaria dei treni, senza contingentamento dei posti. In mancanza del distanziamento sociale, la sicurezza dei passeggeri sarà garantita dall’obbligatorietà della mascherina. Se è infatti ammesso viaggiare in auto tra non conviventi con la mascherina, ci domandiamo perché non si possa farlo anche in treno” concludono.

Tra Conegliano, Vittorio e Belluno, intanto, prosegue l’elettrificazione della ferrovia. La conclusione dei lavori è prevista entro il 2020, poi la parola passerà all’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie (Ansf).

(Fonte: Redazione Qdpnws.it).
(Foto: Archivio Qdpnews.it).
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