Gli orti sinergici didattici della scuola di Volpago, i bambini coltivano verdure e ortaggi che poi mangeranno in mensa

Gli orti “sinergici” dell’Istituto comprensivo di Volpago del Montello sono un vero vanto per la scuola e per il suo dirigente scolastico Saverio Madera.

Coinvolgendo attivamente i bambini delle scuole elementari e della scuola materna, le maestre hanno realizzato gli orti all’interno del cortile della scuola.

Le maestre sono state formate da un vero esperto in materia, l’agrotecnico Mauro Flora (nome nomem), grande conoscitore di erbe selvatiche e piante autoctone che ha contribuito a realizzare gli orti sinergici solidali di Montebelluna.

Sono così stati realizzati i cosiddetti orti sinergici “a lasagna”, ovvero una serie di strati di varia composizione contenuti all’interno di un cassettone. Nel primo strato viene adagiato cartone pulito, entro cui gli insetti penetrano, un altro strato di legnetti, in ultimo viene riposta della paglia.

L’umidità che si crea all’interno e l’utilizzo di trattamenti con micorrize favorisce la semina e la crescita delle piante che possono in modo biologico combattere i parassiti.

Sono state realizzate anche casette per uccelli attive e un “albergo per insetti benevoli”, creando cioè l’habitat ideale per attirare quegli insetti che fanno bene alle piante.

E’ Claudia Bosa (nella foto con il dirigente scolastico Saverio Madera), responsabile di plesso della scuola per l’infanzia, a curare le attività: “Tra gli alberi – ci dice – abbiamo anche un nido di cinciallegra con i piccoli. Nella scuola da tempo avevamo questa predisposizione per la cura e una corretta interazione con l’ambiente, una sensibilità che non poteva che sfociare negli orti sinergici”.

Tra gli orti si trova anche un piccolo stagno, a cui aveva collaborato per la realizzazione Enrico Romanazzi, all’interno del quale nuotano i girini che diventeranno rospi, e tritoni.

Con Romanazzi, scomparso nel 2016, grande esperto di animali e soprattutto di anfibi, erano stati svolti dei corsi con le maestre e aveva procurato le piante necessarie per ricreare l’habitat dello stagno.

“Nello stagno, i bambini possono osservare lo sviluppo della catena alimentare – spiega Claudia Bosa -. I tritoni che mangiano le catene di uova dei rospi e i girini, ad esempio. Una volta terminato, abbiamo lasciato che lo stagno si riempisse con l’acqua piovana e che si popolasse da solo. Si può anche osservare come le zanzare, in questo equilibrio biologico, non riescano a diventare larve”.

Degli orti e dello stagno si occupa personalmente la maestra Maura Menegat. Ogni “baule” dell’orto viene seguito da una classe.

I bambini raccolgono i frutti delle coltivazioni e li consegnano alla mensa, dove vengono poi utilizzati e mangiati dai bambini stessi.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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