Toponimi Alta Marca, Volpago del Montello: dove la caccia alla volpe si trasforma in una memorabile raccolta di funghi

Ritorniamo sul Montello, paradiso dei ciclisti che ne risalgono le prese misurandosi con percorsi di varia difficoltà.

Volpago del Montello, oltre diecimila abitanti, sorge ai piedi del rilievo che per secoli ha garantito alla Serenissima Repubblica la preziosa disponibilità di legname per armare la flotta e sostenere le abitazioni sospese sulla laguna.

Lo stemma comunale, nel quale due volpi poggiano le zampe su un rilievo verde (il Montello) sormontato da un albero cinto da un tralcio di vite (richiamo alla selvicoltura e alla viticoltura) evocano l’animale campione di astuzia. Tuttavia, come era accaduto per Orsago, le cose non sono così scontate. Gli specialisti direbbero che siamo di fronte a un caso di paretimologia o pseudoetimologia, ovvero a un toponimo nato dalla fantasia popolare e privo di fondamenti scientifici.

Messa da parte la versione del “paese delle volpi”, alcuni studiosi si sono concentrati sugli antichi toponimi “Bolpagus” e “S. Marie de Bolpago” (1227) nel quale hanno rintracciato il barbarico bol (terra rossa) e il latino pagus (borgo, paese). Volpago, avrebbe in comune con Pederobba una conformazione geologica così peculiare da dettarne l’appellativo geografico.

Una terza teoria mette invece in relazione Volpago con Vulpius, nome proprio di un antico proprietario o signore locale.

Protagonista, nell’Ottocento, della bachicoltura e dell’industria serica Volpago conserva nelle sue campagne la testimonianza di questa età dell’oro: i gelsi, localmente detti morer, con i loro tronchi contorti e le loro chiome verde intenso, presidiano gli scampoli di un territorio profondamente mutato, ma nel quale affondano orgogliosamente le loro radici.

Dopo aver visitato il centro cittadino, gli edifici sacri e le ville venete che costellano i dintorni, risaliamo a piedi il Montello alla ricerca di funghi. Ci farà da guida un volpaghese illustre, Pier Andrea Saccardo (1845 – 1920), celebre botanico autore di importanti studi geologici e naturalistici. Appassionato sin da bambino della flora locale, Saccardo pubblica nel 1873 un catalogo di oltre milleduecento funghi veneti. Padre della micologia, ideatore di un sistema di classificazione che gli varrà il soprannome di “Linneo dei funghi”, Saccardo è tuttora un punto di riferimento di studiosi e appassionati: anche di quelli che, elusivi come la volpe, si addentrano furtivi nella selva del Montello sperando di ghermire per primi il prezioso boleto.

(Autore: Marcello Marzani).
(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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