Anche il governatore Zaia ha dubbi sull’origine del Covid: “Se si indebolisce proviene da un laboratorio”, e l’ex membro Oms Zambon conferma

Da quando le prenotazioni ai vaccini sono state aperte anche alla fascia di età che va dai 12 ai 39 anni, i giovani hanno subito dimostrato la volontà di riprendere in mano la propria vita, impazienti di tornare alla normalità, e hanno aderito in massa.

A commentare la situazione vaccini, ma sopratutto l’origine del virus che ancora fa discutere e necessita chiarezza, é stato anche il governatore della regione Veneto Luca Zaia, in collegamento alla puntata di Cartabianca di martedì 8 giugno.

“La zona bianca e le riaperture ci danno grandi soddisfazioni ma sappiamo anche che non è la festa della liberazione – ricorda Zaia – abbiamo contagi infinitesimali, qualche decina di casi al giorno con 500 ricoverati in ospedale ma é pur vero che ci sono. In Veneto oltretutto stiamo vaccinando tanto e stiamo seguendo linee rigide: Astrazeneca e Johnson&Johnson li somministriamo solo agli over 60”.

Se il Governo Draghi ha accelerato la campagna vaccinale, non significa però che l’origine del problema sia stata accantonata: la comunità scientifica non ha smesso di ricercare la verità e tutto porta inevitabilmente a Wuhan.

Di fatto oggi torna a valutarsi l’dea che il virus sia frutto di un errore di una ricerca genetica: “La manipolazione dei virus é autorizzata a fini scientifici, quindi non é una cosa da pazzi pensare che sia fuoriuscito da un laboratorio – asserisce Zaia – Oltretutto é legittimo chiedersi come mai l’epicentro del contagio sia stato proprio Wuhan, dove si trova un laboratorio di ricerca sul coronavirus”.

A suo tempo il governatore del Veneto aveva suggerito una tesi che aveva scatenato l’opinione pubblica: “Se il virus si indebolisce vuol dire che è uscito da un laboratorio”, diceva, e lo stesso Francesco Zambon, ex membro dell’Oms, conferma l’ipotesi.

Ma quanto é importante scoprire l’origine del virus? “Non é un mero vezzo scientifico. La fuga dal laboratorio potrebbe aprire innumerevoli questioni sulle modalità di smaltimento dei rifiuti di questi laboratori, delle procedure di sicurezza ecc” commenta Zambon.

Si ricorda oltretutto che l’ipotesi formulata dopo l’indagine dell’Oms, da molti ritenuta insoddisfacente, non é stata ancora scartata: la fuga dal laboratorio risulta altamente improbabile ma non impossibile.

Anche gli Stati Uniti rimangono col dubbio, tant’è che il presidente Biden ha chiesto un rapporto all’intelligence entro 90 giorni per provare l’origine del Covid, rilanciando appunto la teoria del premio Nobel Luc Montagnier (Vedi articolo)

La prima motivazione che suggerisce un’origine non naturale é lo studio della sequenza del genoma del virus che presenta al suo interno un inspiegabile tratto del genoma umano. In supporto a questa tesi ci sarebbero i 3 scienziati ammalati già nel novembre del 2019, senza contare i molti ricercatori letteralmente scomparsi da quel laboratorio di Wuhan.

La comunità scientifica, nonostante i numerosi dubbi, concorda nel dire che ciò che rende difficile stabilire l’origine del Covid in modo chiaro sono le varianti.Dallo studio di queste generalmente si capisce se un virus é stato creato in laboratorio o se é soggetto a variazioni casuali del tutto naturali.

Nel concreto, quando il virus infetta l’organismo trasmette alle cellule sane il proprio corredo genetico: lo schema genetico, nel caso si tratti di una variazione naturale, cambierà poco alla volta, nel caso si tratti di una manipolazione in laboratorio questo non succede.

“Bisogna capire se le varianti in circolo oggi siano riconducibili all’ingegneria genetica o a mutazioni naturali – conclude Zambon – Ricercare l’origine del virus é fondamentale ma la Cina ha creato un muro di gomma e sarà molto difficile arrivare alla verità”.

(Foto: Cartabianca).
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