L’attività operativa svolta nel corso del 2019 dal Soccorso alpino e speleologico Veneto, in stretta sinergia con le Centrali Operative del Suem 118 di Pieve di Cadore, Padova, Treviso, Verona e Vicenza, si è attestata a 908 interventi, in leggera diminuzione rispetto al 2018 del 4,32%.
“Il lieve calo degli interventi, rapportati ai dati relativi al 2018, in parte è sicuramente il frutto della costante informazione fatta in questi ultimi anni dal Soccorso alpino e speleologico Veneto tramite comunicati, sito e social network, indirizzata prevalentemente agli escursionisti, che nella nostra statistica hanno un’incidenza del 51.10% nel totale di tutti gli interventi effettuati” precisa Cnsas Veneto.
“Informazione focalizzata sulle corrette abitudini dell’organizzare e programmare un’escursione in sicurezza, tenendosi informati sulle condizioni meteo, sulla lunghezza e la difficoltà del percorso da affrontare, in relazione anche alla propria preparazione e condizione fisica, la cartografia sino ai consigli di cosa riporre nello zaino“.
“Nel 2019 il Soccorso alpino e speleologico Veneto ha organizzato 1.778 eventi di attività formativa-addestrativa con la partecipazione del considerevole numero di 13.648 volontari” prosegue la relazione annuale.
“Ringraziamo in particolare le centrali del Suem, con cui collaboriamo quotidianamente, la Protezione civile della Regione Veneto e l’assessorato alla sanità di cui siamo diventati punto di riferimento“.
Nel 2019 si sono registrati 77 eventi di ricerca, riguardanti 93 persone, dato leggermente inferiore rispetto al 2018, ma che continua a testimoniare la scarsa preparazione e consapevolezza degli escursionisti nell’affrontare l’ambiente.
Le persone soccorse sono state 1.007 (il numero più elevato dell’ultimo decennio), con un aumento percentuale di +1.61% rispetto al 2018 e il +18.47% se confrontato con il 2017.
“Rispetto alle 1.007 persone soccorse, il 41.8% circa degli interventi riguarda illesi, ovvero 429, mentre 530 sono stati i feriti – continua la relazione -. Purtroppo risultano ancora 2 dispersi e i decessi sono stati 44, molti meno rispetto ai 62 del 2018. Riguardo alla nazionalità 782 erano italiani, 210 stranieri”.
“L’escursionismo si conferma la disciplina più coinvolta nei soccorsi con un 50.10%. Il dato è influenzato dal fatto che l’escursionismo è anche l’attività più diffusa, dove si annidano anche i comportamenti più a rischio, infatti buona parte degli interventi è richiesta per motivi dovuti all’incapacità, alla perdita di orientamento, ai ritardi o allo sfinimento”.
Relativamente alle cause all’origine dell’intervento “mancata preparazione fisica e psicofisica, perdita dell’orientamento, incapacità e ritardo riguardano il 32.50% degli interventi, rispetto al 29% del 2018; cadute e scivolate coprono invece il 36.70%, 8.50% i malori”.
(Fonte e foto: Soccorso alpino e speleologico del Veneto).
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