Trascorsi 2 mila giorni dal Referendum sull’autonomia del Veneto. Tra rallentamenti e accelerazioni verso “un nuovo Rinascimento per l’intero Paese”

San Vendemiano, ore 6.45 del 22 ottobre 2017: è ancora buio e il governatore del Veneto Luca Zaia scende dalla sua 500 gialla assieme alla moglie. Il motivo? Alle 7 aprono i seggi e i veneti sono chiamati ad esprimersi sull’autonomia.

Il presidente, come a voler dare l’esempio, fu il primo a votare, seguito, durante tutta la giornata, da quasi sei veneti su dieci. Due milioni e 273 mila cittadini (oltre il 98% dei votanti) si espressero per il sì, ovvero a favore dell’autonomia.

Per dovere di cronaca, all’interno della scuola di San Vendemiano dove erano stati allestiti i seggi era già presente una persona arrivata ancora prima degli scrutatori. “Posso passare prima io?” domandò garbatamente il presidente. Permesso accordato, e così la scheda di Zaia fu la prima nelle urne. “La inauguriamo” scherzò il governatore.

Da quell’ottobre sono trascorsi 2 mila giorni e diversi governi si sono susseguiti, ma è solo dallo scorso autunno, con quello di centrodestra presieduto da Giorgia Meloni, che si iniziano a vedere i primi passi verso quella il governatore ha sempre definito come “la madre di tutte le battaglie”. Durante la campagna elettorale in vista delle elezioni politiche, Zaia aveva ricordato al futuro premier che “noi per l’autonomia saremo come un nido di vespe“.

Anniversari è sinonimo di bilanci, ed ecco dunque quello di Zaia per questi 2 mila giorni di attesa per lui iniziati alle 6.45 di quel 22 ottobre 2017, quando ancora lo scoglio era il superamento del quorum al 50% più uno, per validare il referendum.

“Dopo una fase di immobilismo durata cinque anni, l’autonomia è stata approvata dal Governo e dal capo dello Stato e può continuare il suo percorso – spiega il governatore -. Siamo arrivati a lavorare per la definizione dei livelli essenziali di prestazione; una materia che nessuno fino ad oggi aveva neanche osato affrontare. La definizione dei LEP in vista dell’autonomia differenziata è prevista nero su bianco nella Finanziaria 2023. Risultati che stanno arrivando, è doveroso dirlo, grazie a una legge approvata a dicembre 2022 da questo governo, quando era in carica da pochissimo tempo”.

Quello del 2017 fu non solo il primo referendum organizzato in Veneto ma affermò il diritto all’autonomia e quindi “all’adempimento di quanto è previsto dalla nostra Costituzione. I Veneti si sono espressi per il rispetto di quanto è previsto nella Carta fondamentale della nostra Repubblica – prosegue il presidente -. Il cammino, ora, sta continuando come prima non era mai successo. Questo ci fa sperare che nel giro di un anno dovremmo avere delineate già le prime materie delegate e devolute a chi le vorrà”.

“Abbiamo gettato le basi per la più importante riforma dal dopoguerra – termina il presidente della giunta regionale -. Un salto verso la modernità, la valorizzazione delle competenze, la piena assunzione di responsabilità per territori e amministratori che potranno finalmente, con grande responsabilità, pianificare le azioni più importanti nella gestione delle Regioni. Questo si tradurrà, credetemi, in un nuovo rinascimento per l’intero Paese“.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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