Salvare le vite dei rospi rientra nello stato di necessità? Se lo è chiesto Adriano De Stefano, storico volontario dell’Enpa che, dopo la notizia della zona arancione per il Veneto, ha pensato anche al problema dei rospi che stanno per iniziare le loro migrazioni annuali.
“Da lunedì saremo in zona arancione – scrive De Stefano nella sua pagina Facebook -, la quasi totalità dei volontari arriva da fuori Comune. Forse che salvare le loro vite non è uno stato di necessità?”.
Ogni anno, i volontari delle principali associazioni animaliste, ma anche semplici appassionati, si recavano in alcuni siti della Provincia di Treviso, come nei pressi dei laghi di Revine e Tarzo, per scortare i piccoli anfibi in sicurezza, evitando che fossero schiacciati dalle macchine.
In realtà, anche durante il lockdown i volontari delle associazioni animaliste si sono potuti muovere liberamente, dimostrando lo stato di necessità, per operare a favore degli amici animali in difficoltà.
Purtroppo, non sono mancate situazioni nelle quali, invece, questo non è stato possibile e i volontari chiedono alle istituzioni più certezze e permessi ad hoc per potersi muovere liberamente quando è necessario operare per salvare la vita di un animale.
Gli anfibi sono a rischio di estinzione a causa della distruzione e della sottrazione del loro habitat oltre all’inquinamento, pagando il prezzo di essere animali piccoli, schivi e pressoché notturni.
Questi animaletti, preziosissimi per l’agricoltura perché si cibano di insetti, sono anche importantissimi bio-indicatori dello stato di salute dell’ambiente.
La loro presenza costituisce un “termometro” che indica lo stato di salute di un particolare ecosistema ed è proprio in quest’ottica che dovrebbero essere salvaguardati.
Solitamente il loro salvataggio si compie di notte lungo la carreggiata su strade molto trafficate e, a tratti, prive d’illuminazione pubblica, in condizioni meteo precarie, con forti piogge e visibilità limitata.
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: Facebook).
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