Dal “relitto” dell’albergo Posta in Fadalto al borgo di Sottocroda: i “Camminatori Seriali” riscoprono i luoghi abbandonati e più ameni della Pedemontana

Si sono dati un nome davvero singolare: i “Camminatori Seriali”. Una volta preso il via, non riescono a smettere di percorrere a passo lento e misurato i luoghi ameni, appartati, poco frequentati o addirittura desolatamente abbandonati che costellano la provincia di Treviso.

Le mete prescelte sono soprattutto nella Pedemontana, ma anche la pianura riserva continue scoperte per questo gruppo di amici e amiche (sorto spontaneamente, per la necessità di ritrovarsi dopo l’isolamento pandemico), che con lo sguardo attento a tutto ciò che lo circonda, e la macchina fotografica in mano, da qualche mese documenta  il paesaggio, i borghi, le testimonianze d’arte, storiche, devozionali e rurali del Trevigiano.

L’intento, oltre al buon esercizio fisico del camminare, è anche quello di raccontare un diverso modo di praticare il turismo di prossimità, per riallacciare il rapporto perduto con la propria terra e la sua storia.

Il nucleo principale dei “Camminatori Seriali” è composto da trentacinque persone, accomunate anche dal dato anagrafico: “Siamo tutti dai sessanta anni in su, fino ad arrivare ai settantanove del nostro componente più anziano”.

Semplicemente, siamo un gruppo appassionato di luoghi abbandonati e nascosti”, racconta Roberto Stocco, l’esperto di speleologia urbana che, anni addietro, diede il via alla scoperta della Treviso sotterranea (da cui è nata anche un’associazione), ovvero l’altra città “underground” percorsa da cunicoli e “caverne” artificiali praticabili.

“Dopo che ho lasciato Treviso Sotterranea, mi sono dedicato ad altre scoperte nel nostro territorio, sarà anche per deformazione professionale. Ho cominciato a camminare insieme ad un gruppo di amici, che un po’ alla volta si è allargato con il tam tam del passaparola e tramite WhatsApp”, prosegue Stocco, l’ispiratore dei viandanti. “Quello che ci interessa – spiega ancora – è far conoscere le tante opportunità che può offrire la nostra provincia, in particolar modo la Pedemontana, per incentivare il turismo minore, tramite le passeggiate lente. Ci sono dei percorsi bellissimi per fare delle camminate alla scoperta dei borghi antichi poco conosciuti. Non servono strutture ricettive mega galattiche, ma nuove idee di recupero di quanto già c’è”.

I “Camminatori” si mettono in moto un paio di volte al mese. Hanno visitato (e documentato con una bella galleria in Facebook) Fratta di Tarzo, il borgo di Lago, Revine, Soller, Sottocroda, San Pietro di Feletto, il Lago Morto di Nove. Ultimamente hanno puntato l’attenzione sul Fadalto, tra i siti più ameni e verdi, e anche più deserti, delle Prealpi vittoriesi.

Il Fadalto è un luogo abbandonato da troppo tempo” commenta Roberto Stocco, “È un peccato che non si sia mai pensato seriamente a un vero recupero e alla valorizzazione di questo posto. La prima volta siamo andati a vedere in che condizioni versano le fornaci dove in passato si produceva la calce viva, uno straordinario esempio di archeologia industriale. Poi siamo andati a esplorare l’interno dell’albergo ristorante Miravalle – Posta. Un luogo abbandonato da decenni, che nel 2013 venne devastato da un incendio“.

Cucine, camere da letto, servizi, saloni sono coperti da una cortina di fuliggine, anneriti, con gli impianti liquefatti dalle fiamme. L’incendio risale alla sera del 26 gennaio 2013, l’albergo, prospiciente il curvone di Fadalto Alto, era già chiuso da anni e messo in vendita.

Eppure dagli anni ’50 in poi è stata una tappa d’obbligo per chi si recava in vacanza verso l’Alpago e il Cadore, prima dell’avvento dell’A27. Le fiamme risparmiarono la struttura principale dell’hotel, danneggiando gravemente le parti in legno. Otto anni dopo, il Miravalle-Posta è ancora lì, così come lo lasciarono i Vigili del fuoco finito di domare l’incendio.

Stocco e amici sono penetrati in una sorta di relitto del “Titanic”, documentando immagini spettrali. “È uno scenario perfetto per un film dell’orrore del genere “Shining”, dà i brividi” dice l’ideatore dei “Camminatori Seriali”, che avverte: “Per affrontare queste situazioni bisogna essere attrezzati, molto prudenti e non andare oltre. La cautela è d’obbligo. Noi non tocchiamo niente, lasciamo tutto come sta, fotografiamo solo lo stato del luogo e lo diffondiamo. Siamo entrati nell’albergo da una porta già aperta, prima di noi ce ne sono stati tanti altri a curiosare o a fare chissà cos’altro. Con le nostre uscite non abbiamo l’ambizione di fare chissà cosa. Quello che vogliamo è fare comprendere che la Pedemontana non ha bisogno di un turismo d’élite, ma di recuperare quanto di bello c’è, per ospitare chi ama il turismo lento e sostenibile”.

(Foto: Roberto Stocco – Facebook).
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