Guerra in Israele, sale l’allerta per i siti ebraici nella Marca e nel Veneto

Gli agenti della Polizia di Stato controllano il cimitero ebraico di Conegliano

Allerta massima per i siti ebraici presenti in Italia dopo i tragici avvenimenti che hanno portato al nuovo conflitto tra Israele e Hamas.

Purtroppo, c’è il rischio che l’odio contro gli ebrei si diffonda anche nel Belpaese, con attacchi o atti di vandalismo ai luoghi legati alla fede nell’Ebraismo.

Per questo sono state innalzare le misure di sicurezza in tutti quelli che possono essere definiti “obiettivi sensibili” legati al mondo ebraico.

Le forze dell’ordine, su indicazione della Prefettura di Treviso, stanno attenzionando alcuni siti che sarebbero considerati a rischio.

Conegliano

Nella città del Cima la Polizia di Stato e i Carabinieri hanno intensificato i controlli nella zona del cimitero ebraico e del centro della città dove è presente, alla fine di via Caronelli, una lapide che ricorda la comunità ebraica che “che in queste contrade per secoli poté vivere e operare fedele alla tradizione dei padri“.

Un particolare del cimitero ebraico di Conegliano

Sicuramente l’antico cimitero ebraico di Conegliano rappresenta una delle più importanti testimonianze materiali della comunità ebraica coneglianese. In città c’è anche il più recente spazio dedicato alle sepolture ebraiche all’interno del cimitero maggiore di San Giuseppe.

Vittorio Veneto

Anche a Vittorio Veneto sono stati intensificati i controlli al cimitero ebraico di via Cal di Prade nonché dove un tempo sorgeva il ghetto, che era collocato nella congiunzione di tre strade: via Daniele Manin (un tempo chiamata via Salsa), via Lorenzo Da Ponte (già via Calcada) e via Beniamino Labbi detta la Bella Venezia.

Dal 1597 visse a Ceneda una piccola comunità ebraica che prosperò nel corso del XVIII secolo e che diede i natali anche a Lorenzo da Ponte, divenuto poi il librettista di Mozart.

Treviso

Non fa eccezione neppure il capoluogo della Marca, dove attenzionati speciali sono tutti i siti ebraici presenti nella città di Treviso, dove la presenza ebraica è documentabile fin dal X secolo, ma si hanno documenti che attestano l’attività di prestito solo dal 1294. Gli ebrei furono cacciati dalla città nel 1509, dopo che le loro case vennero saccheggiate durante un tumulto popolare.

La comunità ebraica si era stabilita nell’area del Portico Oscuro dove c’era anche la sinagoga, nei pressi di via San Vito e in via Palestro, mentre i banchi si trovavano in prossimità della Torre del Cambio in Calmaggiore. Il loro cimitero era in borgo Cavour; nel 1880 durante lavori di scavo lungo il torrione delle mura di San Teonisto, vennero alla luce 27 lapidi che ora sono collocate nel giardino di Ca’ De Noal.

Nei prossimi giorni non è escluso che nel consueto incontro in Prefettura con le forze dell’ordine della Marca venga analizzata in maniera specifica anche la situazione dei siti a rischio e siano adottate misure particolari.

Nel frattempo ieri martedì sera è rientrata da Israele una comitiva di 38 turisti provenienti dal Veneto e rimasti bloccati da alcuni giorni a Gerusalemme: “Una notizia finalmente positiva – commenta il governatore del Veneto Luca Zaia -. Ho seguito personalmente la vicenda, in contatto con le strutture della Farnesina. Ringrazio il Ministro degli Esteri Tajani e mi stringo a queste persone finalmente in patria dopo giorni di paura e tensione. Lavoriamo ora per cercare di riportare in Veneto tutti gli altri turisti e visitatori ancora bloccati in Israele”.

Sono invece rientrati già domenica i 35 pellegrini di Sernaglia della Battaglia che, assieme a Don Mirko Della Torre, si trovavano in Terra Santa all’inizio dei combattimenti.

Venezia

Nella nostra regione il “sorvegliato speciale numero 1” è il ghetto ebraico di Venezia, il più antico d’Europa. Non mancano le forze dell’ordine, la cui presenza è stata potenziata dallo scorso sabato durante il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, convocato d’urgenza dopo l’attacco ad Israele.

Un sito ebraico a Venezia

Gli ebrei a Venezia sono sempre stati una comunità attiva e molto impegnata nella vita culturale e sociale della città lagunare: lo testimoniano le diverse sinagoghe dislocate tra Ghetto Vecchio e Nuovo, la Scola Grande Tedesca fondata nel 1528, la Scola Canton fondata nel 1531, la Scola Italiana fondata nel 1575, la Scola Levantina fondata nel 1541 e la Scola Ponentina fondata nel 1580.

Gli ebrei che frequentano abitualmente o sporadicamente i luoghi di culto veneziani sono circa 400 mentre gli ebrei residenti sono circa 200.

Dopo gli attentati terroristici perpetrati in Francia nel 2015, il Ghetto di Venezia è diventato un “obiettivo sensibile” a rischio attentati. Per questo la comunità ebraica locale si è organizzata prevedendo vigilantes privati che affiancano i militari e le forze di sicurezza.

“Non ci sono parole – commentano dalla Fondazione KKL Italia Ets – per esprimere il dolore e l’angoscia che proviamo per la nostra grande famiglia. Decine di terroristi si sono infiltrati nelle comunità vicino al confine di Gaza e Hamas ha ucciso uomini, donne e bambini innocenti. Hanno lanciato migliaia di razzi su numerose città israeliane, mettendo a dura prova il sistema Iron Dome. Centinaia di israeliani sono morti e migliaia sono rimasti feriti. È devastante sapere che soldati e civili sono stati rapiti e presi in ostaggio“.

“Questo è il momento in cui tutti gli israeliani – concludono -, indipendentemente dalle loro opinioni politiche, devono unirsi, e noi della diaspora dobbiamo stare a loro fianco. Attualmente i nostri fratelli e sorelle riservisti sono purtroppo richiamati in servizio, mettendo a rischio le loro vite per proteggere il popolo di Israele. Uniamo le nostre forze per portare aiuto e sostegno a Israele in questo momento di assoluta crisi ed emergenza”.

(Ha collaborato Simone Masetto. Foto: Polizia di Stato – archivio Qdpnews.it).
#Qdpnews.it

Total
0
Shares
Articoli correlati