Il Montello “vince” la prima serata su Rai 1: il docufilm “I cacciatori del cielo”, dedicato all’Asso degli assi Francesco Baracca nel Centenario dell’Aeronautica Militare, ha ottenuto mercoledì sera il 18,3% di share con 3.447.000 telespettatori.
In molti hanno apprezzato l’attore protagonista Giuseppe Fiorello, che interpretava proprio Baracca in questa produzione di Anele con la collaborazione dell’Aeronautica Militare e di Rai Documentari, in coproduzione con Istituto Luce Cinecittà e con il sostegno di Intesa Sanpaolo.
Il Comune di Nervesa della Battaglia, nel cui territorio comunale sono state girate alcune scene del docufilm, ha concesso con orgoglio il patrocinio.
Le riprese hanno riguardato l’Aviosuperficie Francesco Baracca e gli aerei storici della collezione della Fondazione Jonathan Collection.
Gli italiani hanno potuto così rispolverare un po’ di storia del Novecento conoscendo meglio la figura di Baracca, che ha conseguito il maggior numero di vittorie aeree tra i piloti italiani della Grande Guerra, riuscendo ad avere la meglio in 34 combattimenti abbattendo altrettanti velivoli nemici.
Sempre in occasione dei cento anni dell’Aeronautica Militare, i cantastorie del Montello “Sgrafalopa” andranno in scena sabato 1° aprile alle ore 20.45 al Teatro “Roberto Binotto” di Villa Correr Pisani a Biadene con lo spettacolo “La Trincea del Cielo. La vita e la morte nei cieli durante la Grande Guerra”.
L’evento ha ottenuto il patrocinio della Città di Montebelluna, del Consorzio del Bosco Montello, del Comitato Chiesa Vecchia di Biadene e di Jonathan Collection – Aerei Storici Famosi.
“Durante la prima Guerra mondiale – raccontano gli Sgrafalopa – gli aviatori erano uomini avventurosi che combattevano con uno spirito cavalleresco e per questo era chiamati ‘i cavalieri del cielo’. Le loro possibilità di sopravvivenza erano di molto inferiori a quelle di un soldato in trincea sul fronte. Nell’aprile del 1917, (il famoso ‘bloody april’ o ‘aprile di sangue’ come fu chiamato dagli inglesi), le prospettive di vita di un pilota inglese o francese quando affrontava la squadriglia del Barone Rosso erano di diciotto ore di volo”.
“Inoltre – continuano – tante morti erano dovute ai cedimenti strutturali degli aerei, perché i calcoli di progettazione aereonautica erano ancora all’inizio. Si calcola che, durante la guerra, combatterono in totale circa duecentomila aviatori e che il 60 per cento di questi morirono sotto i 25 anni. Erano dei veri pionieri e, in quanto tali, anche se molti non poterono diventare degli assi, mostrarono uno spirito di sacrificio, un coraggio e una tenacia che ci deve permettere di considerarli come degli eroi; anche l’ultimo tra di loro”.
“Oltre ai piloti da caccia celebrati come degli assi – concludono -, ci furono molti altri che combatterono senza diventare famosi, tra cui ricordiamo gli equipaggi dei ricognitori e dei bombardieri che rischiarono la vita tra le granate della contraerea e le mitragliatrici. In occasione del centenario della fondazione dell’Arma dell’Aeronautica (il 28 marzo 1923), desideriamo fare luce su un aspetto della guerra rimasto in ombra, e in gran parte poco conosciuto, parlando della nascita e dell’evoluzione degli apparecchi e delle tecniche di volo e di combattimento che resero l’aviazione militare, nata all’inizio come la cenerentola degli eserciti, un’arma decisiva per la vittoria finale”.
Lo spettacolo è formato da letture, canzoni e una proiezione di filmati originali, in gran parte inediti, che faranno rivivere le emozioni e le paure vissute anche nei cieli della Marca trevigiana.
(Foto: web).
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