L’incantatore di serpenti

Dall’alba dei tempi i serpenti sono associati al demonio e anche molte religioni hanno contribuito a condizionare negativamente l’approccio dell’uomo nei confronti di questi rettili.

Servizio di Luca Vecellio

C’è chi rabbrividisce solamente davanti alle immagini o ai video che hanno come protagonisti i serpenti, ma anche chi urla dalla paura quando li incontra in giardino, nelle campagne o nei boschi.

Questo non è il caso di Orso Chiarellotto, un giovane montebellunese che, insieme alla sua compagna Nicole, alla sua squadra e alla sua famiglia, alleva diverse specie di serpenti, insieme a tartarughe, tarantole, rane esotiche e altri animali, cercando di abbattere tutti i pregiudizi su queste creature.

In realtà esistono tradizioni spirituali che rispettano e, in alcuni casi, venerano i serpenti: il cobra, per esempio, è associato al dio induista Shiva; mentre nel folklore sudamericano la grande anaconda viene considerata un essere incantato, in grado di assumere sembianze umane e di controllare gli eventi meteorologici.

Negli ultimi anni, purtroppo, la moda di ospitare nelle case degli italiani uno o più animali esotici ha portato tanti sprovveduti a comprare dei serpenti che non sono stati in grado di allevare, abbandonandoli in strada e condannandoli ad una morte quasi certa.

Orso cerca di contrastare proprio questo tipo di fenomeno, mostrando che i serpenti hanno una dignità e meritano di essere rispettati e amati alla stregua dei più comuni animali d’affezione.

“La mia passione nasce con gli animali in generale – racconta Orso -, senza nessuna distinzione tra rettili, anfibi, mammiferi ecc. Poi mi sono specializzato nei serpenti perché è giusto dare un po’ di coccole anche a loro. Tanti dicono: ‘Il serpente non ti dà affetto’. Io non sono d’accordo. Il serpente, se vogliamo guardarlo da un lato un po’ psicologico, è una paura primordiale di qualcosa che non riusciamo a capire e a gestire. Il serpente non può essere associato al diavolo perché non ti porta in tentazione a fare determinate cose”.

“Tanti dicono che è viscido – continua -, brutto, mangiauomini ed è sempre associato a qualche figura demoniaca, ma non è così. Nel 2015 ho creato Reptile’s Dream: sono partito con Xena e Draco, un pitone indiano e uno reale, e poi ho preso le prime tartarughine. Tutto è nato per recuperare animali maltrattati, perché le persone spesso comprano questi rettili senza conoscerli a sufficienza. Magari acquistano un pitone indiano come Xena, che arriva a dimensioni parecchio importanti, e poi, o perché vengono morsi una volta o perché non sono in grado di dargli da mangiare, non lo vogliono più o il serpente va in deperimento e tanti muoiono”.

“Io ho creato Reptile’s Dream per fare conoscere questi animali – prosegue – e togliere determinati miti che ci portiamo dietro dai tempi dei Neanderthal. Per esempio, si sente dire: ‘Il serpente quando si appoggia vicino a te mentre dormi ti sta prendendo le misure’. No, proprio no. Un serpente, anche piccolo, se decide di attaccarti lo fa e si lancia. È un istinto di sopravvivenza nei cuccioli e negli adulti: loro si difendono”.

“A me, alla mia dolce metà e al resto della mia squadra – conclude – i serpenti hanno trasmesso tanto. Xena è come la mascotte del Reptile’s Dream e tiene tutti uniti. I rettili possono trasmettere molto se qualcuno ha cuore e tempo da investire per capire cosa possono dare questi animali”.

(Foto e video: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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