Avevano fatto ricorso al Tar del Veneto i genitori di un alunno affetto da disabilità e iscritto alla scuola media “Don Carlo Gnocchi” di Nervesa della Battaglia, poiché era stato inserito in una classe di 25 studenti, anziché di 20 come previsto dall’articolo 5, del c.2 del D.P.R n. 81 del 2009.
Il Tribunale amministrativo regionale ha dato ragione alla famiglia, dichiarando illegittima la costituzione della classe con un numero di alunni superiore a 20, come sancito dal suddetto articolo, il quale stabilisce che “le classi iniziali delle scuole ed istituti di ogni ordine e grado, ivi comprese le sezioni di scuola dell’infanzia, che accolgono alunni con disabilità sono costituite, di norma, con non più̀ di 20 alunni, purché́ sia esplicitata e motivata la necessità di tale consistenza numerica, in rapporto alle esigenze formative degli alunni disabili, e purché́ il progetto articolato di integrazione definisca espressamente le strategie e le metodologie adottate dai docenti della classe, dall’insegnante di sostegno, o da altro personale operante nella scuola. L’istituzione delle predette classi deve in ogni caso far conseguire le economie previste nei tempi e nelle misure di cui all’articolo 64, comma 6, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133“.
Inoltre, l’art. 1, comma 84, della legge 13 luglio 2015, n. 107 (cd. “La buona scuola“), stabilisce che “il dirigente scolastico, nell’ambito dell’organico dell’autonomia assegnato e delle risorse, anche logistiche, disponibili, riduce il numero di alunni e di studenti per classe rispetto a quanto previsto dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 81, allo scopo di migliorare la qualità̀ didattica anche in rapporto alle esigenze formative degli alunni con disabilità“.
La sentenza, pubblicata il 12 dicembre scorso, attende solamente di essere applicata dall’Istituzione scolastica.
Una vittoria, quella dei genitori, ottenuta anche grazie al supporto di circa 40 famiglie che in quest’anno hanno deciso di effettuare una raccolta firme con l’obiettivo di garantire le migliori possibilità̀ formative a tutti gli studenti dell’istituto comprensivo.
La vicenda era nata circa un anno fa quando, in occasione della riunione di presentazione relativa alla composizione delle classi prime della Scuola secondaria di Nervesa, venivano proposte due sole sezioni a fronte di un numero di iscritti complessivo di 52 alunni, di cui due con certificazione e un terzo in fase di acquisizione (attualmente ottenuta).
“E’ stata coinvolta l’amministrazione comunale, fin da subito collaborativa e forte del fatto di avere realizzato un ampio plesso scolastico di nuova costruzione in grado di accogliere fino a 9 sezioni più i laboratori – si legge in una nota del gruppo dei genitori di prima media -. Queste azioni e confronti si sono rivelati purtroppo vani e, nonostante (inutili) tentativi di approccio costruttivo, nel mese di luglio sono stati pubblicati gli elenchi delle due classi di 25 e 26 alunni. Tutto ciò ha portato la famiglia di uno degli alunni certificati ad intraprendere un arduo ricorso al Tar con il sostegno di tutti noi, per vedere riconosciuti i diritti del proprio figlio”.
Le famiglie ora auspicano che “con urgenza, venga eseguita la sentenza e siano costituite tre classi nella sede di Nervesa. In questo modo tutti potranno trarne beneficio: alunni, docenti e qualità̀ della didattica. Noi genitori siamo molto orgogliosi di questo risultato perché crea un precedente importante a livello nazionale, in quanto diventa strumento di supporto per tutte le famiglie che hanno figli con disabilità”.
Secondo le famiglie ora è il momento di mettere in primo piano i propri figli perché non c’è più tempo, e si domandano: “Quanto tempo ancora dobbiamo attendere perché́ venga garantito ai nostri figli il diritto fondamentale ad un’istruzione adeguata e di qualità̀? Cosa dobbiamo aspettarci ora? Una riduzione numerica delle classi con lo spostamento dei ragazzi da un Istituto all’altro? (Cosa che non è ammessa dalla legge se non con il pieno consenso dei genitori)”.
“Vista l’attuale emergenza sanitaria, non sembra illogica la formazione di classi così numerose, dal momento che costituiscono potenzialmente cluster troppo estesi? A conferma di questo timore, una delle due classi ha già subito più di un mese di quarantena con relativa Dad. E’ possibile che ci si veda costretti a ricorrere alle vie legali per vedere riconosciuti i propri diritti, quando sarebbe bastata una maggiore coerenza e buon senso, uniti ad una visione etica di cui la scuola stessa dovrebbe farsi promotrice? E’ questa la corretta applicazione del Patto di Corresponsabilità̀ Educativa che prevede il dialogo collaborativo fra scuola e famiglia, imponendo disposizioni dall’alto a cui sottostare senza contraddittorio?“.
(Foto: per concessione di un lettore).
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