A Canale d’Agordo l’elogio del cardinale Parolin a papa Luciani: “Giovanni Paolo I beato e modello di vita, un vero Pastore ricco di umanità, sorriso e umiltà”

Grande emozione a Canale d’Agordo, nel paese dell’ormai prossimo beato Albino Luciani, nel giorno della visita del cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede.

Ieri mattina, dopo la messa celebrata nel monastero di clausura di Vedana, il porporato originario del vicentino è arrivato a Canale d’Agordo accompagnato da don Davide Fiocco, componente del consiglio di amministrazione della Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I. Qui Parolin è stato accolto dal sindaco Flavio Colcergnan, da Loris Serafini, direttore del Museo Albino Luciani (Musal) e componente del comitato scientifico della Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I, da Stefania Falasca, vice postulatrice della causa di canonizzazione e vice presidente della stessa Fondazione, guidata dallo stesso Parolin, e dall’amministratore parrocchiale don Matteo Colle.

Il cardinale Parolin si è subito diretto nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, dove ha sostato in preghiera davanti all’altare che riproduce con un ritratto scolpito in legno il papa prossimo beato, già vescovo di Vittorio Veneto, e ha sottolineato “il sentimento di gioia e onore” nel poter partecipare a questa giornata inserita nel programma più ampio di eventi in preparazione al 4 settembre.

“Essere terra natale è un grande privilegio ma anche una notevole responsabilità – ha esordito Parolin – perché siamo tutti impegnati a seguire il modello di vita e imitare le virtù di coloro che la Chiesa annovera tra i suoi santi e beati, come Albino Luciani”.

I partecipanti all’evento si sono quindi recati nella vicina sede del Musal, dove il cardinale ha visitato alcune sale della mostra, con testimonianze materiali della vita di Luciani. Nella saletta conferenze si è quindi svolta la cerimonia ufficiale di incontro con l’amministrazione comunale, rappresentata per l’occasione anche dall’assessore Marilisa Luchetta.

“Esprimo la commozione per la sensibilità e la squisita attenzione che ha manifestato per la comunità natale di Giovanni Paolo I, e siamo felici per il traguardo ormai raggiunto di Luciani beato” ha detto Colcergnan rivolgendosi al numero due della Santa Sede, facendo dono all’illustre ospite di una scultura di Franco Murer raffigurante San Francesco.

Parolin ha avuto parole di stima e gratitudine per tutti coloro che si sono prodigati per il felice esito della causa di beatificazione, citando in particolare Stefania Falasca, che ha accompagnato il cardinale nell’intera mattinata. Nel corso dell’incontro, ha espresso riconoscenza anche verso il direttore Serafini, primo promotore dell’evento.

“Papa Luciani ha vissuto nell’umiltà” ha ribadito Parolin, che ha sottolineato come “la chiave della soluzione di tante situazioni di difficoltà risieda proprio in questa virtù, che ci rende graditi a Dio e anche al nostro prossimo: se ci poniamo senza presunzione, arroganza e supponenza di fronte agli altri riusciamo a portare avanti le relazioni umane, che altrimenti rischiano di lacerarsi”.

“Di fronte ai grandi problemi del mondo non possono mancare le soluzioni geopolitiche ma tutto dipende dallo stato d’animo – ha osservato ancora il porporato – : se nel cuore dell’uomo ci sono umiltà e pace interiore, allora si potrà tradurre nella pace del mondo e tra le nazioni”. In questo senso, Parolin ha auspicato “un’autentica interiorizzazione dei valori di Luciani”.

Egli ha anche simpaticamente condiviso con i partecipanti il “Carfogn”, dolce tipico della Valle del Biois dell’Agordino, donati allo stesso cardinale dal vicino panificio Crock, frequentato a suo tempo dalla madre di Luciani. E proprio nel corteo che si stava dirigendo verso la casa natale di Luciani, Parolin ha incontrato e salutato cordialmente la titolare dello stesso laboratorio artigianale, Daniela Colloi.

Guidato dai tecnici del restauro architetto Gloria Manera e l’ingegnere Siro Andrich e accompagnato da alcuni nipoti, il cardinale ha quindi visitato la residenza, acquistata e donata alla Diocesi di Vittorio Veneto dal cardinale Beniamino Stella (qui l’articolo) e inaugurata lo scorso 23 aprile (qui il servizio di Qdpnews), soffermandosi sui luoghi domestici, manifestando attenzione alle testimonianze e dimostrando vivo interesse per  gli elementi della vita della famiglia Luciani, compresa la famosa automobile Lancia utilizzata dal vescovo e patriarca e oggi custodita nel garage dell’abitazione.

Prima di lasciare la casa natale e concludere la mattinata con la visita all’antica e preziosa chiesa dedicata a San Simon, Pietro Parolin ha espresso ai microfoni di Qdpnews.it i propri “sentimenti di gioia e riconoscenza per essere arrivato alle sorgenti della vita umana e spirituale di Luciani”, e la speranza che la “beatificazione del 4 settembre possa essere un momento importante per la Chiesa e l’occasione di un rafforzamento della fede e delle virtù cristiane”.

“Giovanni Paolo I è un santo perché amico e modello di vita – ha proseguito – e rappresenta una messe di virtù umane, cristiane e sacerdotali che tutti possono imitare, a partire dall’umiltà, che apre le porte a tutti gli altri doni di Dio, e con la sua umanità e il suo sorriso di pastore vicino alla gente ha saputo avvicinare alla Chiesa tantissime persone”.

A margine dell’incontro, a precisa domanda il porporato ha risposto che si spera ancora in una possibile visita di papa Francesco alle Chiese del Veneto e, per quanto riguarda la situazione politica italiana, per la quale nei giorni scorsi aveva espresso la propria preoccupazione, ha assicurato la sua preghiera per il bene dell’Italia nella nuova fase istituzionale che si è aperta.

Presente all’evento anche una rappresentanza della presidenza dell’Istituto diocesano Beato Toniolo di Pieve di Soligo, invitata dal direttore Loris Serafini, molto soddisfatto alla fine della giornata per i significati e l’apprezzamento generale dei contenuti e dello stile della visita del cardinale Parolin.

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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