Il mondo dei concerti è in ginocchio. Gerlin: “Serve il coraggio di concedere qualche apertura in più”

Anche nel Quartier del Piave chi lavora con la musica, gli spettacoli, le fiere, i grandi eventi e i concerti guarda con preoccupazione al futuro di un settore che, nonostante l’elaborazione delle linee guida, farà fatica a ripartire.

A condividere questa preoccupazione è anche il pievigino Ino Gerlin di Studio Due Group, un’azienda di Vidor che lavora nel campo delle fiere e degli spettacoli con magazzini anche a Rimini, Roma e Milano.

Dallo scorso 23 febbraio, Ino non può lavorare in considerazione del blocco del suo comparto per l’emergenza epidemiologica in corso.

La sua azienda stava lavorando all’allestimento di un’importante convention di Poste Italiane a Roma e a un evento alla Fiera di Bologna, mentre ora sono davvero troppe le incognite e risulta molto complicato immaginare una programmazione reale per i prossimi mesi.


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“Gli eventi cancellati nel mese di aprile – spiega Ino Gerlin – sono stati riprogrammati per settembre ma ci sono ancora molte difficoltà con le linee guida e non abbiamo ancora nessuna certezza in merito alle manifestazioni che saranno confermate. C’è la volontà di portare avanti la Mostra del Cinema di Venezia ma non possiamo essere ancora sicuri al 100%. Come azienda abbiamo anticipato le buste paga ai nostri dipendenti perché i soldi dallo Stato faticavano ad arrivare”.

La situazione è molto preoccupante – prosegue Gerlin – perché in Italia si parla di circa 600 mila persone, forse di più perché l’indotto è importante, che vivono grazie al mondo dei concerti, delle fiere e dei grandi eventi e che ora sono a fatturato zero. Ho aderito all’iniziativa lanciata da tutte le persone che lavorano nel settore live, #iolavoroconlamusica, perché è giusto sensibilizzare gli italiani sulle difficoltà che sta incontrando il nostro settore”.

“Con queste linee guida siamo tutti fermi perchè non ci conviene lavorare – aggiunge – e poi il terrorismo mediatico ci sta rovinando. Tutti questi esperti che parlano del ritorno del virus stanno spaventando le persone che sono ancora più confuse. Come facciamo a far partire la programmazione, che per i grandi eventi e le fiere richiede mesi di lavoro, se non sappiamo cosa succederà a settembre e ottobre? Non è facile perché noi dobbiamo contattare gli artisti e le strutture ricettive, preparare gli inviti e tutti gli altri adempimenti richiesti per organizzare una manifestazione”.

“Speriamo che qualcosa si sblocchi nella Riviera Romagnola – conclude il titolare di Studio Due Group – altrimenti al fatturato zero dei mesi da marzo a giugno si aggiungeranno anche i mancati guadagni del periodo estivo con il rischio di essere costretti a lasciare a casa qualcuno. Serve il coraggio di concedere qualche apertura in più perché il nostro mondo è in ginocchio e in tanti stiamo già iniziando ad indebitarci. A questo si aggiunge il fenomeno della gente che spende sempre meno e che inizia a risparmiare in vista di periodi ancora più complicati. Purtroppo si è innescato un meccanismo che ci preoccupa e serve un cambio di passo quanto prima”.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: per gentile concessione di Ino Gerlin).
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