L’autrice iraniana Azar Nafisi ospite ad Una Collina di libri: “Ecco perchè i libri fanno paura al regime”

Azar Nafisi ieri a Pieve di Soligo

Dopo l’ultimo incontro con Paolo Mieli, Azar Nafisi, autrice iraniana del beststeller Leggere Lolita a Teheran è stata ospite del terzo appuntamento della rassegna letteraria “Una Collina di libri” svoltosi sabato sera all’Auditorium Battistella-Moccia di Pieve di Soligo.

Figlia dell’ex sindaco di Teheran e della prima donna eletta al parlamento iraniano, Nafisi ha insegnato per quasi vent’anni Letteratura inglese all’Università Allameh Tabatabai della capitale fino al ’97 quando, a causa delle restrizioni e delle minacce del regime islamita, di cui fin dalla rivoluzione fu una convinta oppositrice, lasciò il paese per trasferirsi con la famiglia negli Stati Uniti.

da sinistra Stefano Soldan, Azar Nafisi, Marina Montedoro, Luisa Cigagna, Francesco Chiamulera

Come insegnante in Iran Nafisi si vide costretta a dare lezioni clandestinamente per far conoscere alle proprie studentesse opere censurate dall’ayatollah come Lolita di Nabokov, autore particolarmente caro alla scrittrice, Madame Bovary e Il Grande Gatsby.  

Francesco Chiamulera, Marina Montedoro e Luisa Cigagna

“Il regime non aveva paura di me, aveva paura delle mie parole – ha raccontato dialogando con Francesco Chiamulera di fronte ad una platea di oltre duecento persone – Le parole che usano gli scrittori dicono la verità, mentre quelle su cui si basa un governo autoritario sono menzogne. In Iran la legge ti impedisce di diventare la donna che vuoi che essere, per questo dico che la guerra che portano avanti ricorrendo all’uso della violenza non è solo politica, ma esistenziale”.

Azar Nafisi durante la presentazione 

Nafisi oggi vive e insegna Letteratura alla Johns Hopkins University di Washington. Lontana dall’oppressione della Repubblica Islamica, negli Stati Uniti ha scritto le sue opere più celebri a partire da Leggere Lolita a Teheran (2003), La Repubblica dell’Immaginazione (2014), fino all’ultima del 2022 e non ancora tradotta in italiano. Read Dangerously, questo il titolo della sua pubblicazione più recente, raccoglie le riflessioni di una donna che ha vissuto sulla propria pelle la privazione della libertà per il solo motivo di essere donna e scrittrice. “Il regime ti uccide nell’anima, appiattendo la tua umanità. Per questo i libri sono visti come nemici. La narrativa non mente, dà voce a tutti, anche ai cattivi, e di conseguenza ti rende curioso, empatico e ti spinge a cercare la verità. Quando la conosci, non puoi più rimanere indifferente, devi agire e lottare per la tua libertà”.

Tutto esaurito per a terza serata di una collina di libri 

“Gli ayatollah non esistono solo in Iran – prosegue l’autrice – seppur con forme e nomi diversi sono presenti anche nelle democrazie. Per questo anche chi vive in una democrazia non deve adagiarsi, deve sostenere gli altri movimenti per la libertà dei popoli: una vittoria della democrazia è una conquista per tutti”.

Quasi 200 le persone che hanno assistito all’evento

A oltre vent’anni dalla fuga dal proprio paese natio, Nafisi non ha smesso di coltivare la speranza di vedere un domani un Iran democratico. “Io sono andata via dall’Iran – racconta – ma l’Iran non mi ha mai abbandonata: sopravvive nel mio cuore e nella mia mente, attraverso le parole dei grandi autori iraniani. Ho sempre sognato una casa che potesse essere mia per sempre: quella casa l’ho trovata nei libri. Per questo dico che il mio Paese lo posso ritrovare ogni volta che leggo i versi dei miei poeti iraniani preferiti e che porto sempre con me. Tuttavia, la speranza di tornare anche fisicamente in Iran resta: magari un giorno vedrò, annuserò e potrò godere di nuovo del sole e del vento iraniano sulla mia pelle”.

Azar Nafisi durante il firmacopie 

“Purtroppo il mondo occidentale conosce poco del vero Iran: nei media passa la narrazione legata al regime islamico che reprime il dissenso con la violenza. Si parla dell’oppressore dimenticandosi degli oppressi. È come se dicessimo che l’Italia è un paese fascista solo perché per un certo periodo storico l’Italia ha conosciuto quel tipo di totalitarismo. Il Woman Life Freedom, il movimento di protesta che ha fatto scendere in piazza migliaia di iraniani e iraniane, ha fatto emergere un’altra faccia dell’Iran, quella che potrà fare la differenza”.

Prima della serata a Pieve di Soligo, Azar Nafisi ha fatto un tour delle Colline accompagnata dall’ideatore della rassegna, nata in collaborazione con l’associazione per la tutela delle Colline Unesco, Francesco Chiamulera e dal vicesindaco di Pieve di Soligo Luisa Cigagna: “È stato un tour emozionante – ha commentato l’autrice – sono rimasta inebriata dalla bellezza del paesaggio tanto che una volta rientrata in hotel ho iniziato a scrivere per fissare le suggestioni e le sensazioni che ho provato”.

(Foto e video: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata). 
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