“Ma cos’è la poesia?”: le classi quinte del Liceo Casagrande in dialogo con il poeta trevigiano Francesco Targhetta in auditorium a Pieve di Soligo

La poesia non deve dare risposte, ma farci porre domande. Crea un momento di esitazione che ci spinge a vedere qualcosa che prima non si era notato. È allenamento emotivo, perché ci fa provare sensazioni forti con poche parole. Possiede comunque una zona d’ombra, non deve mai spiegare, ma anzi, lasciare dei margini in chiaroscuro che devono essere riempiti dal lettore”.

Ecco il messaggio fondamentale trasmesso nel corso della serata all’insegna della poesia di ieri, venerdì 1° ottobre, durante la quale gli studenti delle classi quinte A, B e C del Liceo scientifico “Marco Casagrande” di Pieve di Soligo hanno incontrato lo scrittore e poeta trevigiano Francesco Targhetta.

Per gli studenti è stato “un privilegio” avere in città Targhetta, classe 1980, che insegna lettere nelle scuole superiori e ha ottenuto molti riconoscimenti nel corso della sua carriera. Nel 2014, con “Le cose sono due”, ha vinto i premi “Antonio Delfini” e “Ciampi Valigie Rosse”; con “Le vite potenziali” ha conquistato nel 2018 i premi “Giuseppe Berto” e “Selezione Campiello”, mentre nel 2019 è stato finalista al premio Bergamo.

L’evento si è tenuto nell’auditorium Battistella Moccia di piazza Vittorio Emanuele II, alla presenza del dirigente scolastico dell’istituto di via Stadio Paolo Rigo, che insieme ai vari insegnanti in sala si è congratulato alla fine con gli studenti protagonisti della serata. Il progetto si è inserito nel quadro delle iniziative formative extracurriculari dello stesso Casagrande.

Grande la soddisfazione del folto gruppo organizzatore, che ha visto finalmente realizzato un lavoro di oltre due anni rimandato a più riprese a causa della pandemia. Con loro, i docenti di lettere Maria Elisa Lazzari, Diego Piaia e Patrizia Cesca, che insieme al professor Ignazio Anello, curatore della parte teatrale, hanno seguito con grande costanza e passione il percorso culturale degli allievi.

L’incontro ha preso avvio da una pièce teatrale che ha visto salire sul palco due studenti nelle vesti di Dante Alighieri e del grande pievigino Andrea Zanzotto, legati quest’anno dalle celebrazioni rispettivamente dei 700 anni dalla morte e del centenario della nascita.

Ad accompagnare i partecipanti durante il viaggio nel cuore della poesia i presentatori Enea Ballancin, Ginevra Giacomin e Giulia Tofano, che hanno condotto l’ospite alla ricerca di una risposta alla domanda-filo conduttore che ha dato il titolo all’evento: “Ma cos’è la poesia?”

Per me la poesia deve essere comunicativa e comprensibile, non arroccata nell’intellettualismo – ha affermato Targhetta -. Le mie fonti di ispirazione sono la realtà concreta e la quotidianità, di cui colgo particolari che mi sono rimasti impressi“.

Nel corso dell’evento sono stati letti vari brani poetici tratti dalle opere di Targhetta, oltre ai componimenti di altri autori a lui legati per assonanza od opposizione di temi, come Umberto Saba e Zanzotto.

“Al giorno d’oggi vengono pubblicati quotidianamente volumi di poesia – ha osservato ancora lo scrittore trevigiano – ma per la maggior parte delle volte sono autori che la poesia non la leggono: ritengo che invece sia necessario nutrirsi dei versi sia dei classici che dei contemporanei per entrare veramente in dialogo con quanti sono universalmente riconosciuti come riferimenti fondamentali nella storia di questa bellissima arte”.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata)
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