Villa Brandolini a Solighetto ha fatto da cornice all’incontro del Quotidiano del Piave con il maestro Giancarlo Nadai che ha voluto spendere alcune parole sullo stato di salute della musica e delle scuole di musica nell’Alta Marca Trevigiana.
Negli ultimi anni, sono state significative le eccellenze musicali che questo territorio ha saputo esprimere anche se la considerazione della musica classica, qui come in diversi contesti italiani, non è certamente delle migliori.
Il più delle volte, l’educazione musicale è un lusso per pochi ed è legata alla sensibilità di alcuni genitori che, per passione o per sincera vocazione, decidono di avvicinare i figli allo studio della musica o di uno strumento musicale.
La maggior parte dei giovani arresta bruscamente il suo rapporto con la musica dopo la conclusione delle scuole medie dove si insegna ancora educazione musicale.
Molti, infatti, non prenderanno più in mano uno strumento musicale e non ascolteranno neanche per sbaglio un brano di musica classica, obnubilati dalle sonorità del momento, assolutamente lontane dalle armonie espresse dai maestri di musica classica.
In realtà, lo scenario non è completamente negativo perché anche il maestro Nadai ci conferma come in ogni paese dell’Alta Marca Trevigiana, talvolta anche nelle più piccole frazioni, ci siano associazioni musicali, cori, bande o gruppi di persone che si riuniscono intorno alla comune passione per la musica.
Certamente qualche anno fa era più semplice trasformare questa dote in uno sbocco lavorativo concreto e ora è difficile “guadagnarsi il pane” grazie alla musica anche se non tutto è perduto.
“Specialmente negli ultimi anni – ha spiegato Giancarlo Nadai – c’è stata una grande diffusione e nascita di istituzioni che si occupano della didattica giovanile musicale. Questo è molto positivo per la diffusione della cultura musicale. La “Piccola Orchestra Veneta” è nata a Solighetto vent’anni fa e quest’anno la festeggeremo con un tour che durerà un anno. L’associazione musicale “Toti dal Monte” è nata tra il 1972 e il 1973 grazie al Cavaliere di Gran Croce Ezio Spina e ad altri soci fondatori. In 48 anni ha formato circa 5000 allievi e molti di questi hanno fatto carriera”.
“Si investe poco in queste scuole di musica – prosegue il maestro Nadai – e bisogna fare una distinzione fra musica classica e quella che viene definita musica moderna. La musica classica ha uno spazio molto marginale perché, al di là di Radio 3, conosco pochissime realtà radiofoniche che trasmettono musica classica o l’opera: questo crea grossi problemi per l’educazione del giovane perché ritengo la musica fondamentale per la sua formazione”.
“È possibile vivere di musica in Italia – ha concluso Giancarlo Nadai – ma non come 20/30 anni fa. Se consideriamo i violinisti, uno si diplomava e c’erano tantissime orchestre che, tramite audizione, davano la possibilità di avere un lavoro stabile. Se prendiamo il Veneto c’erano “La Fenice” di Venezia, l’arena di Verona, l’Orchestra Da Camera di Padova, Solisti Veneti e tantissimi altri gruppi locali che davano questo tipo di possibilità. Adesso queste realtà sono praticamente sparite ed è un po’ triste perché abbiamo tanti talenti per i quali sarà difficile fare carriera. Alle spalle serve una famiglia che sia appassionata ma è giusto dire che il lavoro fatto dalle scuole di musica e dalle associazioni dell’Alta Marca Trevigiana è comunque buono”.
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
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