Riceviamo da una nostra lettrice di Refrontolo e pubblichiamo:
Sedici milioni gli italiani rifiuteranno la scheda. Questo ci dicono i sondaggi. Un inesorabile crescendo che si attesterebbe intorno al 35 per cento, sempre che i sondaggi siano davvero un qualche specchio della realtà. Trentacinque per cento, il peso politico di un partito che però non ha peso, che non vale nulla e nulla ha da dire. Qualcuno lo ha definito “un popolo di fantasmi”, mi pare azzeccato.
Chi come me vive l’impegno politico con una certa passione (non importa sotto a quale simbolo) e sulle strade e sulle piazze porta avanti con orgoglio i propri ideali, conosce lo sguardo degli indifferenti e sa che lì c’è il potenziale frustrato di un intero popolo: se questo paese non si muove è anche perché una grossa fetta di esso ha scelto il limbo dove la mala politica spera si caccino sempre più cittadini.
Molti di questi “fantasmi” solleveranno cori indignati giustificando il loro “non voto” come un atto di ribellione ma la verità è che i delusi dalla politica altro non sono che la vittoria di quella stessa politica che loro aborrano sulle loro stesse legittime libertà. L’obbiettivo era spingere un popolo all’indifferenza di anno in anno, di governo in governo, soffocandone gli ideali, annullandone le coscienze, allontanando fisicamente la gente dai luoghi dove tutto si decide. Ci stanno riuscendo: i fantasmi sono in aumento.
Gli astenuti sono liberi di non votare e chiamarlo “atto di ribellione” ma una rivolta senza obbiettivi, una rivolta di soli lamenti non porta soluzioni, non è una vera rivolta… è il Nulla. Non sarà il loro “non voto” a cambiare le cose di cui loro stessi si lamentano. Non sarà il loro “non voto” a rendere migliore la politica, semmai consoliderà quel sistema e quel progetto che lì voleva arrivare: alla totale assenza e controllo del popolo sugli affari del potere.
“Statevene a casa che ci pensiamo noi, grazie” e non importa se esiste un articolo della Costituzione, il primo, che recita: L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Se gli astenuti sono convinti di essere liberi solo per il fatto di non votare, dovrebbero riflettere su quanto il loro gesto sia assolutamente in linea con chi li vuole fuori dai giochi e si augura che altri, sempre più numerosi, li seguano.
Io mi auguro che questa voluta provocazione faccia riflettere chi sta pensando, in vista delle ormai prossime elezioni, di unirsi agli astenuti, di non contare nulla, di limitarsi al lamento, incarnando perfettamente il ruolo del fantasma, lasciando il destino dell’Italia (ed il proprio) in mano ad altri… senza lottare perché la politica cambi davvero.
Laura Bredariol