La Passione di Cristo vissuta nel borgo di Revine dove tutto ricorda gli straordinari eventi che cambiarono il mondo

La Pasqua di resurrezione di Gesù Cristo non può non passare attraverso la Passione, momento cardine della fede Cristina e punto focale dei vangeli. Gli eventi che portarono 2019 anni fa prima alla crocifissione e poi alla sua resurrezione di Gesù Cristo, cambiarono per sempre la storia del mondo.

Nel Borgo di Revine, dal 1929, con una pausa di 16 anni a cavallo dei due secoli, la passione viene inscenata con una “Sacra Rappresentazione”. Un centinaio di figuranti facenti capo al gruppo Sacre rappresentazioni, portano avanti con amore e devozione questa tradizione che fa di Revine il luogo per antonomasia della Vallata per il venerdì Santo. Per vivere con rispetto e devozione questo momento siamo saliti a Revine, nelle viuzze del paese, dove i luoghi sembrano essere nati per ospitare quegli accadimenti. Già da dietro le quinte, con le comparse che si vestivano e si truccavano ripassando la parte, era evidente il grande lavoro di tutte queste persone.

Nelle parole dei figuranti, che si trattasse della parte di Gesù, di Giuda, di Pilato o di un popolano, traspariva grande rispetto e coinvolgimento per il ruolo che era stato loro affidato. La luna piena sembrava messa lì apposta per valorizzare il borgo mozzafiato di Revine, dove il piazzale della chiesa arcipretale diventa la location ideale la prima parte della Passione.

Dall’ultima cena con il tradimento di Giuda, a Caifa, passando per il processo con Pietro che rinnega Gesù e il canto del gallo a ricordarglielo. Ed ancora Gesù condotto prima davanti al sinedrio e poi da Pilato, con il governatore che tergiversa inizialmente mandando Gesù da Erode, successivamente proponendo una pena esemplare ed infine chiedendo pubblicamente alla folla di scegliere tra Gesù e Barabba, con le urla del popolo a favore del bandito e Pilato che “se ne lava le mani”.

Gesù viene così flagellato è portato via, per avviarsi, carico della croce, verso il Golgota. Qui la scena cambia. Le stradine e gli anfratti di Revine con le sue case in sassi diventano i luoghi ideali per inscenare la salita di un Cristo sofferente per il peso della Croce verso il Calvario. Il Santuario di San Francesco da Paola con l’incredibile “Via Crucis” a gradoni che domina il borgo, diventa così il luogo perfetto per le cadute di Cristo sotto il peso delle Croce e per la crocifissione finale.

Alla fine si esce davvero da Revine con un senso di gratitudine per i figuranti che sono riusciti a far rivivere con rispetto e devozione gli ultimi istanti della vita terrena di Gesù Cristo in un luogo davvero unico. La Vallata del Soligo si conferma uno scrigno di tradizioni secolari e di borghi ameni e Revine ne è la testimonianza diretta.

(Fonte: Giancarlo De Luca © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it ® Riproduzione riservata).
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