Una storia lunga e controversa si chiude oggi, mercoledì 16 novembre, alle ore 11 nel cimitero di Valdobbiadene, dove sarà inaugurata la lapide dedicata ai 23 fascisti uccisi a Saccol da alcuni partigiani della Brigata partigiana Mazzini. Lapide che era stata già presentata al pubblico nel settembre 2015 in occasione del 70° anniversario del fatto storico e poi rimossa tra le polemiche per motivazioni burocratiche.
Assieme alla lapide ai caduti di Saccol è stata collocata anche quella in memoria di Amerino Cavallin, 38enne Commissario del Fascio di Vidor, ucciso in località Zecchei di Valdobbiadene il 27 maggio 1944.
L’evento è organizzato dal Comitato Onoranze Caduti negli eccidi di Valdobbiadene, il cui presidente onorario è il commendator Bruno Lazzarotto (volontario 14enne della X MAS, il cui padre fu ucciso dai partigiani il 2 maggio 1945 a Miane), e il vice Luciano Sonego.
“Per volere dei familiari, al fine di evitare esibizioni e speculazioni di ambo le parti politiche – afferma il comitato organizzatore – la cerimonia si svolgerà alla presenza dei parenti dei caduti e dell’ex onorevole Antonio Serena“.
Sonego ringrazia il Comune di Valdobbiadene e l’ex sindaco Piergiorgio Davì per la loro collaborazione e ricorda che “queste manifestazioni vengono promosse per onorare il sacrificio dei caduti e per restituire alla memoria pagine di storia impunemente strappate“.
I partecipanti, dopo la benedizione delle due lapidi impartita da don Josef Weissensteiner, si recheranno a deporre una corona d’alloro sui cippi che ricordano le altre stragi partigiane nella forra di Combai e a Bosco Rondola di Segusino.
(Foto: Comitato Onoranze Caduti negli eccidi di Valdobbiadene).
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