Associazioni e giovani in prima fila per la partecipazione e il bene comune

I relatori di “Partecipare nella società”

La 21esima edizione della Settimana sociale diocesana “Democrazia è partecipazione” si è chiusa con successo venerdì 9 febbraio: il Centro culturale Conti Agosti di Mareno di Piave ha ospitato la terza e ultima serata, dal titolo “Partecipare nella società”, che ha visto insieme esperti e testimoni di associazionismo, volontariato e impegno nel bene comune, a partire dai giovani.

Il programma 2024 è stato caratterizzato da un lavoro in sinergia tra realtà diverse, a partire dai consigli comunali di Mareno di Piave e Santa Lucia di Piave, e per questo venerdì sera è intervenuto il sindaco Fiorenzo Fantinel, che ha evidenziato come le associazioni siano “la spina dorsale del territorio” e “la vera evoluzione della società e della sfera umana”. Fantinel ha quindi auspicato che “le comunità continuino a sostenere queste numerose e preziose realtà, nel segno di una responsabilità e di una consapevolezza che unisca tutti”.

Don Andrea Dal Cin, vicario episcopale per la pastorale, ha ricordato come “la Chiesa sia sintonizzata da tempo sul tema della partecipazione, grandioso esercizio di libertà, dal tempo in cui ha preso avvio il cammino sinodale, evidenziando anche la canzone di Giorgio Gaber e il famoso inciso ‘Libertà è partecipazione’”.

La parola agli esperti

Per Francesco Giacomin, esperto di rappresentanza sociale, “manca una cultura consolidata del bene comune come faticoso equilibrio tra sacrifici e utilità, una mediazione tra tutti gli interessi in gioco. Partecipazione è responsabilità, consapevolezza e condivisione dei problemi”.

Francesco Giacomin

Giacomin ha fornito al pubblico una serie di dati per mettere in luce come in Italia ci siano “tante associazioni e categorie con un denso tessuto di partecipazione sociale che ci colloca primi in Europa: Forse però questa partecipazione non produce come potrebbe a causa probabilmente della perdita dello spontaneismo: c’è bisogno di ripensare le buone pratiche del bene comune”.

Ivana Padoan, docente all’Università Ca’ Foscari di Venezia, si è soffermata sulla definizione di partecipazione sociale, che “dipende dall’intensità del coinvolgimento dell’individuo in un fenomeno, all’interno di una relazione il cui obiettivo è l’interesse reciproco”.

“La partecipazione sociale consiste nell’uscita dal proprio particulare, oltre i propri interessi, in un contesto interculturale – ha osservato -. Non significa nemmeno adempiere semplicemente ad un ruolo, ma portare idee, entusiasmo e un impegno supplementare per favorire un clima di fiducia e tolleranza nella società, insieme alla formazione del senso civico, con l’obiettivo di ritornare alle radici della comunità e coltivare il futuro”.

La testimonianza di associazioni e volontari

Oliviero Beni, vicepresidente di Fondazione di Comunità Sinistra Piave, ha spiegato come questo soggetto sia un “attivatore di processi con interventi utili alla comunità, mettendo in contatto donatori, promoter e società con l’obiettivo di interpretare e dare concretezza ad un valore profondo e rispondente a una realtà di socialità diffusa”. Tra i vari progetti all’attivo di Fondazione di Comunità Sinistra Piave, la Comunità energetica rinnovabile, forma di partecipazione per obiettivi globali come la sostenibilità ambientale.

Le testimonianze delle associazioni

Pace, cooperazione, non-violenza e promozione dei diritti umani sono i valori che hanno guidato l’esperienza della giovane Emma Piccin, protagonista di un’esperienza annuale nei “caschi bianchi” con Caritas italiana a Sarajevo, in Bosnia-Erzegovina: “Lì abbiamo promosso dei progetti di partecipazione, democrazia e dialogo interreligioso attraverso i giovani – ha raccontato -: tra loro un’alta percentuale è costretta a emigrare, e noi ci siamo impegnati per costruire degli spazi di comunicazione”.

Insieme ad altri colleghi volontari, Piccin ha prestato il suo servizio nei campi di prima accoglienza dei migranti dal Medio Oriente, a tu per tu con la cura e la dimensione umanitaria. Dopo il rientro da Sarajevo, Emma non si è fermata e oggi presenta nelle scuole temi come ascolto, empatia, relazioni, sostenibilità ambientale e degli stili di vita attraverso laboratori e spazi di condivisione che facciano toccare il quadro globale anche ai più piccoli.

Emma Piccin racconta la sua esperienza di volontaria (Video: Beatrice Zabotti)

Alessandra Masut, presidente dell’associazione “Nuova Voce” di Cappella Maggiore, ha ribadito la missione del sodalizio, “nato nel 2016 come spazio aggregativo giovanile, per la condivisione e la valorizzazione delle idee di ciascuno, che sono per noi fonte di vita”. L’impegno di Nuova Voce si realizza, tra le altre cose, in incontri divulgativi in ogni àmbito, “con una comunicazione a platee intergenerazionali della comunità e non solo”.

“Ci uniscono – ha detto Masut – l’amore per il nostro paese e il territorio, dal punto di vista paesaggistico, storico e artistico, e l’interesse per il bene comune: cerchiamo di rendere consapevoli i giovani dell’importanza della partecipazione assicurando loro la libertà delle idee, perché ciascuna è fondamentale nella società che ci piace”.

Mara Falcade e Matteo Carobolante sono i capi del gruppo Scout Agesci Mareno di Piave 1, nato ufficialmente nel 2022, che a nemmeno due anni dalla sua fondazione conta ben 85 iscritti. Nel loro intervento hanno raccontato come questa esperienza sia “cruciale spazio di crescita comune, in cui emerge un forte senso di appartenenza”: “Anche nella Chiesa è bello andare a riscoprire le possibilità di partecipazione, perché è fatta di persone e relazioni forti e importanti a tutte le età”.

Don Andrea Forest

Nelle conclusioni della serata e di tutta la Settimana sociale, il delegato vescovile per la Pastorale sociale e del lavoro don Andrea Forest ha definito così il tema dell’edizione 2024: “Partecipazione è impegno: richiede fatica, coraggio, di fare i conti con le crisi di ogni tempo, in una logica di cultura del dono; è ottimismo, perché riguarda chi ha una speranza nel cuore, ha valori e guarda al futuro; è libertà, con il desiderio di mettersi in gioco per degli obiettivi; è relazione, imparando a parlare la lingua del cuore e della cura, facendosi carico della vita dell’altro e della comunità per il bene comune, moltiplicando interessi per nutrirsi di reciprocità. La partecipazione ha bisogno di mediazione grazie ai corpi intermedi e richiede di non essere idealista o virtuale, ma concreta, vera e autenticamente umana”.

Don Andrea Forest, delegato vescovile per la Pastorale sociale e del lavoro (Video: Beatrice Zabotti)

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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