“Irregolarità edilizia” del Da Ponte, documenti al setaccio del Comune. Miatto: “Percorso complesso”

Un dettaglio del teatro “Lorenzo Da Ponte” in Serravalle: il Comune lo acquisterà da Fondazione Cassamarca

Il Teatro Lorenzo Da Ponte ritorna in Consiglio comunale: durante la seduta di venerdì scorso, con una domanda d’attualità del consigliere di Rinascita Civica Alessandro De Bastiani e un’interrogazione della stessa lista di opposizione, la minoranza ha voluto focalizzare l’attenzione sulla domanda di acquisto dell’immobile e sulle sue “irregolarità edilizie”.

Un acquisto proposto da Cassamarca o dal Comune?

A dare il via alla seduta consiliare è stata proprio la domanda d’attualità di De Bastiani: “Da alcuni mesi si sta dibattendo in città sull’opportunità che il Comune acquisti il Teatro Da Ponte, ora in proprietà parziale della Fondazione Cassamarca – ha premesso -. Finora si era sempre inteso che l’iniziativa era partita da una proposta della Fondazione, che avrebbe offerto l’immobile al Comune di Vittorio Veneto. Invece Fondazione Cassamarca ha precisato negli scorsi giorni che la cessione avviene per specifica richiesta dell’amministrazione comunale.

Per me è stata una sorpresa – continua -. Chiedo quindi la conferma di quanto è stato affermato dalla Fondazione: l’operazione d’acquisto è stata richiesta dell’amministrazione comunale? Ritengo importante conoscere questo aspetto perché non è marginale. Il fatto che sia stato offerta e sollecitata dalla Fondazione la vendita o che sia stata proposta e richiesta dalla nostra amministrazione, cambia la situazione in maniera sostanziale”.

A rispondere è stato il sindaco Antonio Miatto: “No, non corrisponde a verità. La Fondazione aveva sempre valutato l’immobile attorno agli 8 milioni mezzo di euro e, all’epoca della valutazione, ci veniva concesso anche gratuitamente, durante l’amministrazione Tonon, con una richiesta di 50 mila euro l’anno di affitto, che siamo riusciti a portare a poco più di 20 mila euro l’anno, con la consapevolezza, su dichiarazione di Fondazione che, con i suoi obblighi amministrativi, avrebbe dovuto, dei suoi immobili, avere realizzazioni dal 4% al 6% del loro valore in termine di affitto. Cifre inarrivabili per noi. La questione del Teatro è nata in virtù dell’offerta di poterlo avere a 2 milioni e mezzo. Con questa diminuzione di richiesta, la cosa è stata valutata come appetibile anche in questo consiglio. Ma non corrisponde a verità che è stata una richiesta nostra di acquisto anche perché avremmo dovuto farla a 8 milioni e mezzo, improponibile per noi”.

“Risolleva una questione già sollevata del coinvolgimento del nostro territorio sul mandato della Fondazione Cassamarca – conclude De Bastiani -. La Fondazione è stata trasformata da Cassa di risparmio della Marca Trevigiana: un Istituto con 64 sportelli nella provincia di Treviso e, negli anni ’60, ne aveva tre nella nostra città. In via teorica, a nostro avviso, dovrebbe avere un interesse di tutela e investimento su tutto il territorio. Scopriamo invece che gli interessi della Fondazione vanno concentrandosi esclusivamente sulla città di Treviso, lasciando a piedi le altre comunità che hanno partecipato alla crescita e al benessere di questo istituto”.

Irregolarità edilizia e nodi irrisolti

Si è poi passati all’interrogazione di Rinascita Civica che ha chiesto di sapere “in cosa consistono l’irregolarità edilizia e i nodi irrisolti relativi al Teatro Da Ponte”.

Ad illustrare il punto è stata la consigliere Mirella Balliana: “Nasce da un’esigenza di voler fare un po’ di chiarezza sulla questione dell’immobile e più precisamente sulle cosiddette ‘irregolarità edilizie’. Dall’aprile del 2022, data dell’annuncio dell’acquisto del Teatro, si sono susseguite una serie di vicissitudini, perizie e contro perizie, fino ad arrivare alla seduta del 19 aprile 2023 con l’improvviso ritiro della delibera d’indirizzo d’acquisto. Da allora sono emerse altre cose da sistemare e ‘nodi irrisolti’ dichiarati dal sindaco, riferendosi immagino alle ‘irregolarità edilizie’ che hanno determinato fin dal 2002, anno dell’inaugurazione del Teatro, il rilascio di un certificato di parziale agibilità ancora oggi in essere. Elementi già citati in una prima perizia dall’ingegner Pelliciari e che il consigliere Tonon aveva chiesto di approfondire prima della seduta del 19 aprile scorso. Ritengo che sia doveroso che i consiglieri comunali siamo messi in condizione di conoscere tutti gli elementi che concorrono per formulare una precisa analisi, in questo caso sull’acquisto o meno del Teatro. Avvalendomi di una prerogativa riconosciuta dai consiglieri comunali, illustro l’interrogazione.

A rispondere è stato ancora una volta il primo cittadino: “Nel complesso percorso per divenire all’agognata acquisizione di quel bene, i nostri uffici si sono impegnati a rivedere tutta la situazione in essere, riscontrando come diceva lei quella parziale agibilità. Il percorso per chiarire la situazione non è facile perché sono cose risalenti a più di 20 anni fa e memorie storiche presenti all’epoca, tra cui l’architetto progettista, non ne abbiamo più. Abbiamo molto materiale che i nostri uffici stanno attentamente analizzando perché in oltre 20 anni sono cambiate anche le normative; si cerca quindi di paragonare, nei vari periodi, la normativa vigente rispetto alla questione. Stiamo lavorando per dare un esatto peso a queste modalità di realizzazione di alcuni volumi tecnici, attualmente essenziali per il buon funzionamento del Teatro. Essi contengono armadi elettrici, centrali di comando e controllo delle temperature di riscaldamento e ricircolo dell’aria. Questi volumi sono definiti e invisibili all’esterno, sono dietro alla parte pubblica. Non credo ci vorrà ancora tanto tempo. Sono passaggi tecnici e i consiglieri saranno informati una volta concluso il percorso”.

“Mi dichiaro parzialmente soddisfatta. Vent’anni non sono tantissimi quindi se si tratta di ‘irregolarità edilizie’ che vanno avanti dal 2002, sicuramente sono state segnalate da tempo e ci sono. Ho capito vagamente la situazione e speravo questa sera di avere delle informazioni più chiare su quale tipo di irregolarità ci sono. Sarà mia cura chiedere ai responsabili d’ufficio. Secondo me il personale che sta lavorando in Comune è da parecchi anni presente, quindi la situazione era a conoscenza da tempo. Adesso capiremo i percorsi da fare per superare questa situazione. Inoltre – ha concluso Balliana replicando a una precedente contestazione di Miatto – non cerco visibilità attraverso i giornali ma vorrei rendere partecipi i cittadini, illustrando la situazione del Teatro in tutti i suoi particolari”.

(Foto: Rinascita Civica).
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