A quattro mesi esatti dalla sua tragica scomparsa (vedi articolo), avvenuta in un cantiere edile un paio di giorni prima della festa dei lavoratori, Mattia Battistetti è stato ricordato con una fiaccolata e una serie di interventi: la famiglia del 23enne montebellunese ha raccolto la partecipazione di circa 300 persone, cittadini comuni, rappresentanti delle istituzioni, dei sindacati, dell’associazionismo.
“I morti sul lavoro – ha detto con commozione la sorella Anna – non sono mai morti per caso. È inaccettabile che nel 2021 si perda la vita per lavorare. È ora di porre fine a questa mattanza. C’è bisogno di azioni di garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro, c’è la necessità di inasprire le pene per le aziende che non rispettano le norme di sicurezza, dimostrando di avere altri interessi rispetto alla tutela della vita umana. È ora di dire basta morti sul lavoro! Basta con questa strage di innocenti!”.
Nei primi otto mesi dell’anno ci sono state in Italia 464 vittime sul lavoro, in media 2 al giorno.
Molti degli interventi hanno sottolineato la carenza dei controlli: nella sola provincia di Treviso ci sono appena 18 controllori dello Sisal, purtroppo dirottati ai Covid point nell’ultimo anno e mezzo.
“È innaturale – ha sottolineato la sindacalista Eliana Como, arrivata appositamente da Bergamo – che uno dei paesi più industrializzati del mondo abbia questo numero di vittime, così come è in naturale che una mamma perda il figlio. Purtroppo la sicurezza in Italia è considerata un costo e non ci sono abbastanza controlli”.
Presenti alla cerimonia anche molti colleghi di Mattia, in particolare quello che era con lui al momento dell’incidente e che la famiglia Battistetti ha definito suo figlio adottivo: “Mattia è figlio di tutti” hanno ripetuto in molti, elogiando il coraggio e la forza della famiglia che continua a lottare per ottenere giustizia e non distogliere l’attenzione da un tema che rimane sempre tragicamente attuale.
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