Venezia nella “black list” Unesco, Zaia: “Grazie ai nostri interventi non va più sott’acqua”

Luca Zaia e Massimo Cacciari
Luca Zaia e Massimo Cacciari

Non si è fatta attendere la risposta del mondo politico Veneto alla notizia che Venezia potrebbe essere inserita nella lista dei siti Unesco a rischio a causa del “continuo sviluppo, degli impatti dei cambiamenti climatici e del turismo di massa che rischiano di provocare cambiamenti irreversibili all’eccezionale valore universale”.

È stato il governatore del Veneto Luca Zaia già ieri sera dal palco della festa della lega Nord di Cervia ad affermare come “Venezia sia una capitale unica nel mondo dove tutti i cittadini sperano di visitare almeno una volta nella vita. Unesco fa il suo compito tenendo la lista dei patrimoni dell’umanità tra cui appunto anche Venezia e la sua laguna”. 

Zaia ha voluto ricordare come Venezia sia una “città fragilissima, un museo a cielo aperto e non ho mai sentito dire che grazie alla lungimiranza di chi governa il Veneto e la città oggi possiamo dire al mondo intero che Venezia non va più sott’acqua. Di questo non si parla mai”. 

L’ultima “acqua granda” dell’ottobre 2019, prima dell’entrata in funzione del Mose, aveva creato danni ingenti alla città lagunare devastando le opere e i monumenti: “l’acqua è entrata nella basilica di San Marco – continua il governatore – e ha fatto disastri. Abbiamo realizzato un’opera da 9 miliardi di euro che mette in salvo una città con 80mila residenti”. 

“Venezia è patrimonio dell’umanità e su questo non si discute” conclude il governatore aggiungendo che “ben venga dire che Venezia ha bisogno di aiuto, noi siamo a braccia aperte ad attenderli. Vivere e lavorare in questa città non è facile in quanto costa tutto di più ed è tutto più laborioso. Ad investire su Venezia non deve essere solo l’Italia ma il mondo intero, il lavoro per tenerla in vita deve essere, ad esempio, a livello europeo”. 

Molto più duro il commento che l’ex sindaco della città di Venezia e filosofo Massimo Cacciari ha rilasciato all’agenzia Adnkronos in cui accusa l’Unesco di essere uno degli enti “inutili più costosi sulla faccia della Terra. Non tirano fuori un soldo, non danno un finanziamento per interventi reali, sanno solo decretare. – continua Cacciari – Come se Venezia avesse bisogno dell’Unesco per essere un bene dell’umanità“.

Sempre secondo quanto riportato dall’agenzia Cacciari si chiede: “Venezia è a rischio? Il rischio di Venezia è legato a catastrofi naturali e climatiche che possano determinare l’innalzamento del livello del mare. Dopo di che, certamente c’è una grossa pressione turistica, come del resto a Firenze o a Roma. Ma che vogliamo fare? L’economia italiana si regge per il 20% sul turismo e per fortuna che questo c’è: cosa vogliamo fare, perdere anche quello dopo aver perso la chimica, l’elettronica, la meccanica, l’industria dell’automobile? Vogliamo perdere anche il turismo perché l’Unesco ci dice che è dannoso? Piuttosto, tiri fuori i soldi per fare le opere che servono invece di parlare a vanvera… più fatti e meno parole!”. 

“In merito alla raccomandazione di Unesco di aggiungere Venezia nella lista dei siti del patrimonio mondiale ritenuti in pericolo, Ca’ Farsetti fa sapere che leggerà con attenzione la proposta di decisione pubblicata oggi (ieri per chi legge ndr) dal centro per il Comitato per il Patrimonio mondiale dell’Unesco e si confronterà con il Governo, che è lo Stato parte con il quale l’Unesco si relaziona” fanno invece sapere dal comune di Venezia. 

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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