I due volti del giardino pubblico in Parco Rocca: continua il viaggio tra gli scatti di Vittorio Celot Celotti

Veduta dall’alto di Parco Rocca e dei suoi giardini pubblici

Com’erano in passato i luoghi che, quotidianamente, andiamo a percorrere quasi distrattamente? Cos’è cambiato?

A queste domande possono dare risposta gli scatti di Vittorio Celot Celotti, appassionato fotografo del territorio, che seppe cogliere tutti gli angoli più significativi e caratteristici del territorio, specialmente di Conegliano.

Un viaggio, sul fronte delle geografie urbane, iniziato con la pubblicazione di un calendario, su iniziativa di Alberto, uno dei figli di Celot Celotti, che racchiude immagini preziose della Città del Cima di un tempo.

Finora gli angoli toccati sono stati la visione del centro di Conegliano dalla Scalinata degli Alpini, il panorama cittadino visto dal castellol’incrocio tra le vie Colombo e Calvil’area della Ferrerapiazza IV Novembrel’ospedale civile “Santa Maria dei Battuti”via Caronelli e via Garibaldi.

Stavolta il viaggio negli scatti del passato fa tappa a Parco Rocca: in un’immagine del fotografo emerge la vista dall’alto del giardino pubblico del quartiere.

Subito spicca quanto non ci fossero gli elementi di arredo urbano che, al contrario, ci sono oggi: in passato si trattava di una semplice “spianata verde”, priva di quella passerella in cemento per il passaggio pedonale e del ponticello in legno che dà sulla strada principale.

Assenti lo scivolo e i vari giochi che pochi anni fa sono stati aggiunti. Non si vedono neppure le panchine e le alberature che contraddistinguono oggi l’area pubblica. Alberature mancanti anche a bordo della strada su cui il parco si affaccia.

Il giardino pubblico di Parco Rocca oggi

Nonostante l’assenza di tutti questi elementi, emerge un paradosso, se si confronta l’immagine in bianco e nero con una attuale, scattata di sabato pomeriggio: in passato, a differenza di oggi, l’area era animata da diversi bimbi, impegnati a giocare in quella semplice spianata verde.

“Ricordo che eravamo in tanti a giocare lì – ha raccontato Alberto Celot Celotti, quando ha mostrato quella fotografia -. Tante partite a pallone e usavamo molto anche la fionda”.

Un confronto che, sicuramente, può far riflettere su quanto e come siano cambiate le cose nei decenni, tra un passato fatto di tanta semplicità e un presente che, sebbene abbia molto di più a livello materiale, deve lavorare tanto su altri fronti, per recuperare la convivialità di un tempo.

(Foto: Qdpnews.it – gentile concessione di Alberto Celot Celotti).
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